L’Italia riceve sempre meno gas dalla Russia. Il governo potrebbe dichiarare lo stato di emergenza

La Russia fornisce il 40% del gas naturale dell’Unione Europea. Fornisce anche il 27% del petrolio importato dall’UE e il blocco paga alla Russia circa 400 miliardi di euro all’anno in cambio, scrive BBC.

In risposta all’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin, l’UE si è mossa per disinvestire dai combustibili fossili russi, vietando la maggior parte delle importazioni di petrolio fino alla fine del 2022.

Si è impegnato a ridurre di due terzi le importazioni di gas dalla Russia entro un anno, ma è stato difficile concordare altre misure, come il divieto totale delle importazioni.

Agli Stati membri è stato detto di fare scorte di gas durante i mesi estivi più caldi in vista di un aumento della domanda invernale di carburante, ma le ultime mosse della Russia per tagliare l’offerta hanno sollevato i timori che il continente avrà difficoltà ad accumulare riserve sufficienti.

L’Italia potrebbe dichiarare un accresciuto “stato di allerta” per il gas naturale la prossima settimana se la Russia continua a tagliare le forniture, hanno detto a Reuters due fonti governative.

Tale decisione attiverebbe una serie di misure volte alla riduzione dei consumi, tra cui il razionamento del gas a determinate utenze industriali nell’ambito dei contratti in essere, l’aumento della produzione delle centrali a carbone e il fabbisogno di importazione di gas da altri fornitori.

Come l’Italia, la Slovacchia ha dichiarato venerdì di ricevere meno della metà dei suoi volumi abituali tramite il gasdotto Nord Stream 1, che attraversa il Mar Baltico dalla Russia alla Germania.

Nel frattempo, la Francia ha affermato di non aver ricevuto gas russo dalla Germania dal 15 giugno, ma il paese è rifornito da altrove.

La Germania ha accusato Gazprom di aver tentato di aumentare i prezzi dell’energia tagliando drasticamente le forniture, ma la compagnia energetica ha affermato che ciò era dovuto al ritorno tardivo delle apparecchiature mantenute dalla tedesca Siemens Energy in Canada.

Anche l’Austria ha registrato forti cali delle forniture di gas russe. Il Cremlino ha detto che non era premeditato.

Polonia, Bulgaria, Finlandia, Danimarca e Paesi Bassi hanno già sospeso le forniture di gas russo dopo aver rifiutato una richiesta di pagamento in rubli russi.

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Tarso Mannarino

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