Un uomo d’affari di Sibiu ha fatto fortuna facendo la prostituzione in Italia, dove costringeva le ragazze minorenni a prostituirsi. Dopo 15 anni ricevette la sua punizione

Venerdì 19 novembre 2021, 3:25

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L’uomo è stato posto in custodia cautelare. Archivi fotografici

Un uomo di 46 anni è stato arrestato davanti alla Corte d’Appello di Alba Iulia sulla base dell’a mandato europeo e dovrà essere consegnato alle autorità italiane per scontare una pena detentiva.

Cristian Gheorghe S., imprenditore di Mediaș, dipartimento di Sibiu, è stato condannato dall’Autorità giudiziaria di Venezia a 6 anni e 8 mesi di reclusione e a 20.000 euro di multa, di cui 5 anni e 8 mesi di reclusione e 17.000 euro di multa. a seguito della richiesta di grazia parziale.

L’uomo è stato processato per il fatto che durante il periodo Febbraio 2005 – giugno 2006, sulla base della stessa risoluzione penale e in intervalli di tempo diversi, ha organizzato il traffico di esseri umani costringendo diverse giovani ragazze rumene (per lo più minorenni), ricorrendo ad atti di violenza e minacce, alla prostituzione nelle città di Venezia -Mestre. , Jesolo e altrove.

Organizzava l’attività della prostituzione di strada e beneficiava di gran parte dei profitti ottenuti e agevolava l’immigrazione clandestina e la permanenza in Italia delle donne trafficate. È stato riconosciuto colpevole di concorso in concorso nella prostituzione minorile, ostinazione all’esercizio della prostituzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell’ingresso clandestino in Italia di stranieri al fine di esercitare la prostituzione.

“Dopo essere stato ascoltato, il ricercato ha dimostrato di non essere d’accordo con la sua consegna alle autorità giudiziarie italiane per l’esecuzione della pena per i fatti asseritamente commessi nel territorio dello Stato italiano. Ha tuttavia espresso la propria disponibilità a collaborare con alle autorità italiane di chiarire il fatto di non essere a conoscenza dei fatti a lui imputati.Il ricercato ha beneficiato di grande comprensione da parte della Corte d’Appello di Alba Iulia, avendo la possibilità di agire legalmente in Italia per ottenere la riapertura del procedimento penale, perché, a causa del mandato europeo Fermarene consegue che egli non è comparso personalmente al processo penale in Italia”, si legge nella decisione del tribunale di Alba Iulia.

Pertanto, fino al 9 novembre 2021, per un periodo di circa 7 mesil’uomo è riuscito a ottenere la fissazione dell’udienza presso la Corte di Cassazione di Roma per analizzare l’ammissibilità della sua richiesta di riapertura del processo.

“La data del processo è stata fissata solo al 10 febbraio 2022, nonostante la Corte d’appello di Alba Iulia abbia informato le autorità italiane dell’urgenza del procedimento per l’esecuzione del mandato d’arresto europeo. Le autorità giudiziarie italiane non hanno comunicato alcuna posizione in merito mantenimento o ritiro del mandato d’arresto europeo, nonostante siano stati espressamente richiesti.

Il rifiuto di acconsentire alla consegna si basa più su circostanze personali (ha figli in Romania, è titolare di un’impresa) e non ha motivato il rifiuto di eseguire il mandato. In questo contesto, legata alla situazione del procedimento davanti ai giudici italiani“, il ricercato deve comprendere che è direttamente interessato a essere presentato davanti a un giudice italiano che si pronuncerà d’urgenza sulla richiesta di riapertura del processo penale in Italia”, precisa anche la sentenza della Corte d’Appello.

Ecco perché, il 9 novembre 2021, il tribunale rumeno ha deciso di dare esecuzione al mandato d’arresto europeo emesso il 16 marzo 2021. L’uomo è stato posto in custodia cautelare, per essere consegnato alle autorità giudiziarie italiane.

Tarso Mannarino

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