La mafia italiana controlla aziende agricole e aziende alimentari in Italia – 15/03/2017

La mafia italiana si è recentemente concentrata sull’agricoltura e sul settore alimentare, uno dei pochi settori economici in Italia a crescere durante la prolungata crisi, hanno messo in guardia ieri dall’Associated Press i procuratori antimafia e la società di lobbying agricolo Coldiretti: secondo News.ro.

Magistrati e rappresentanti della Coldiretti hanno espresso preoccupazione per il fatto che le organizzazioni criminali organizzate abbiano aumentato il loro livello di infiltrazione e controllo sui mercati agricoli e alimentari, dalle esportazioni di agrumi verso gli Stati Uniti alla vendita all’ingrosso di prodotti agricoli alle catene di supermercati locali. Hanno chiesto nuove leggi per combattere il coinvolgimento della mafia in questo settore.

Secondo un rapporto, il volume totale delle attività della criminalità organizzata in quest’area è aumentato del 30% nel 2016 rispetto al 2015, raggiungendo i 21,8 miliardi di euro. Gli autori del rapporto presentato dalla Coldiretti alla Procura antimafia di Roma sottolineano che la stima è modesta.

Le organizzazioni criminali organizzate sono specializzate in aree specifiche. Il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti ha ricordato che quest’anno è stata scoperta una “colossale frode” nelle esportazioni di olio d’oliva, commessa dalla “Ndrangheta, la mafia del sud Italia considerata una delle più potenti al mondo.

Quindi, secondo gli inquirenti, il clan Piromalli, della “ndrangheta reggina, sarebbe all’origine dell’esportazione verso i grandi magazzini americani di “olio extravergine di oliva”, che sarebbe infatti prodotto dai residui della lavorazione delle olive petrolio acquistato in Medio Oriente.

Il rapporto rileva che lo stesso clan controllava anche l’esportazione di arance, mandarini e limoni verso gli Stati Uniti.

Il clan dei Casalesi, appartenente alla camorra napoletana, controllava gran parte della vendita della mozzarella di bufala prodotta nella regione, ma anche nelle aziende agricole più a sud, territorio precedentemente considerato nella sfera di influenza della “Ndrangheta” indicato anche nel rapporto.

Roberti ha sottolineato che spesso le società finanziarie senza scrupoli collaborano con le mafie nel settore agricolo.

Sottolinea inoltre che i terreni agricoli nei pressi di Napoli, contaminati dai rifiuti tossici della camorra, vengono ancora coltivati ​​regolarmente.

Sono urgentemente necessarie relazioni simili che identifichino l’infiltrazione della criminalità organizzata in altri settori redditizi dell’economia italiana, come lo sport o la sanità, ha chiesto la deputata Rosy Bindi, capo della Commissione antimafia italiana del Parlamento.

Tarso Mannarino

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