Quando si è chiusa l’economia italiana?

Due volte in 158 anni?

Cottarelli ha quest’ultima ragione da vent’anni: la crescita del reddito pro capite italiano è quasi nulla (0,06 per cento in media e 1,21 per cento pieno).

È la prima volta che il nostro Paese si trova in una situazione simile? Sembrerebbe di no.

Secondo lo studio Istat del 2018 intitolato “La società italiana e la grande crisi economica”, risulta che, escludendo i conflitti globali, la crescita annua del PIL pro capite ed è certificato prossimi allo zero in almeno altri due periodi della storia italiana: dal 1861 al 1879 (+0,4 per cento annuo) e dal 1880 al 1897 (+0,7 per cento annuo).

Contrariamente a quanto sostiene Cottarelli, nell’era precedente la seconda guerra mondiale, la crescita del reddito pro capite È rimasta basso (1,2% nel periodo 1923-1930 e 1,3% dal 1931 al 1938), mio ​​comunque non nulla (+12,4% dal 1923 al 1938). Stimiamo piuttosto l’analisi del “ventennio prima della Seconda guerra monde” (1920-1939) come diceva Cottarelli, portata In tutte le serie storiche Istat-Banca d’Italia abbiamo studiato il Pil pro capite di questo periodo che è aumentato in media dell’1,9 per cento annuo. [1].

In tutti i periodi menzionati la crescita annuale è stata ancora superiore a quella del periodo 1999-2018 (0,06% annuo).

In ogni caso, l’eccezione di Cottarelli è imprecisa: nelle ultime ricostruzioni dello Stato indiano, il reddito pro capite italiano è diminuito nei primi decenni dell’Unità d’Italia rispetto a quanto accaduto nei vent’anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale.

Attilio Trevisan

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