Il debito e la frammentazione politica pesano sull’economia italiana

Analisti politici ed economisti concordano sul fatto che la rielezione del presidente Sergio Mattarella garantisce una certa stabilità a breve termine nella fratturata scena politica italiana.

Bandiera italiana con Kurstabellen e Grafiken zur wirtschaftlichen Entwicklung

Tuttavia, il governo di coalizione e il Primo Ministro Mario Draghi (che ha espresso il desiderio di diventare presidente ma non ha ricevuto abbastanza voti) si trovano ad affrontare un debito pubblico in crescita mentre la Banca Centrale Europea sta cercando di inasprire la propria politica monetaria.

Il rendimento obbligazionario di riferimento è al suo massimo dall’aprile 2020, il che significa che il governo italiano ora deve far fronte a costi più elevati per raccogliere fondi sui mercati pubblici, il che potrebbe alla fine diventare un grattacapo economico per Roma.

Uno dei motivi delle mosse di questa settimana sui mercati del debito europei è l’aspettativa che la BCE alzerà il tasso di interesse di riferimento entro la fine dell’anno.

L’Eurozona ha visto una politica monetaria accomodante dalla crisi del debito sovrano del 2011, con miliardi di euro immessi nella sua economia per rilanciare i prestiti e l’economia.

“Nel 2020-2021, la Banca d’Italia ha acquistato più del 100% dell’offerta netta di debito del governo centrale italiano. Nel 2022, stimiamo che riacquisterà fino al 60% delle emissioni nette”, ha affermato Frederik Ducrozet, strategist di Pictet Wealth Management.

Nervosismo degli investitori: i politici non controllano i loro partiti

Un ulteriore problema per l’Italia è il suo Parlamento, che spesso si trova ad affrontare un’enorme frammentazione politica – e questo influisce sulla crescita dell’economia e sulle prospettive fiscali.

“La squadra Mattarella-Draghi può offrire un sostegno a breve termine, ma le prospettive dell’Italia a medio e lungo termine rimangono molto incerte. È chiaro che i politici non esercitano un forte controllo sui loro partiti. Ciò innervosisce gli investitori”, commenta Gilles Moec, capo economista presso AXA Investment Managers.

Mario Draghi ha elaborato un piano per investire quasi 200 miliardi di euro nei fondi europei per la ripresa di fronte alla pandemia, pur mantenendo un sostegno piuttosto fragile da parte dei principali partiti politici.

Tuttavia, il suo mandato terminerà nella primavera del 2023, durante le nuove elezioni legislative.

La domanda è se Draghi, ex presidente della BCE, sarà in grado di continuare ad attuare le riforme tanto necessarie prima della fine di questo periodo.

I partiti politici inizieranno presto a gettare le basi per le loro campagne elettorali e, più in generale, le elezioni porteranno senza dubbio incertezza sul tipo di coalizione che emergerà dopo il voto.

I sondaggi d’opinione proiettano un Parlamento molto diviso a Roma dopo le elezioni del prossimo anno.

Il Partito Democratico di centrosinistra e il partito di estrema destra Fratelli d’Italia hanno lo stesso sostegno nei sondaggi attuali, intorno al 21%. Segue il partito anti-immigrazione Lega Nord con il 18% dei voti, e il Movimento Cinque Stelle di sinistra è al quarto posto con circa il 14% dei voti.

Ciò suggerisce che le prossime elezioni saranno molto ravvicinate e che sono possibili diversi formati di coalizione.

Gli investitori saranno interessati alla possibilità che Roma continui ad attuare le riforme economiche necessarie per ricevere i fondi europei che saranno essenziali per rilanciare l’economia italiana.

Il massiccio piano di ripresa dell’Europa dipende fortemente dall’Italia, dal momento che Roma riceve più di qualsiasi altro paese dell’UE nell’ambito del programma.

La mancata riforma e la mancata garanzia di questi fondi metterebbero in discussione l’efficacia dell’Europa nel realizzare i propri obiettivi.

Attilio Trevisan

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