Grillo torni a fare il comico dopo aver peggiorato la politica Italiana, non l’Italia

La fragorosa compagnia di Beppe Grillo nel salotto di Fabio Fazio rappresenta l’incarnazione di una festa tra bande. Nella sua allegra follia, nel suo sconcertante non sense, l’attore genovese ha voluto svelare le sue sofferenze: “Non so più chi sono”, è proprio questa crisi di identità e riflettere da anni sulla sua creatura politica, che non ha più nulla insomma non è un “superbonus” per tutto.

Resta la performance artistica, che è stata abbinata a un sorriso (quando ha raccontato per l’ennesima volta della gioventù con Donato Bilancia come suo vicino di casa), ma il dramma è ancora lì. Mentre Grillo Spadroneggiava nello studio di Fazio, ordinando al pubblico un referendum sul suo futuro professionale, non sa di insistere che le riprese di politica o di cabaret sono proprio ciò che accade tra la gente della casa deve avere un pensiero fatale: è possibile? Come scegliere un partito fondato da Beppe Grillo che possa diventare la prima formazione nazionale, sia per i ministri che per i presidenti del Consiglio? Cosa deve fare la produzione di massa per colpire gli italiani per aver accettato un simile derivato?

Quando Grillo dice “aver peggiorato il Paese”, forse esagera. Si tratta semplicemente di rafforzare la politica, e quindi di rafforzare la parte della società. Ciò che vedi nel supporto o nella facile risoluzione della soluzione a tutti i problemi. Certo, la politica pre-Grillo non è popolata dalle grandi statistiche: ma con il Movimento pentastellato la pulsazione viscerale populistica, è sicuramente più stratosferiche. “Sono anziano e sono confuseo”, ha dichiarato il comico davanti alla telecamera, in una sorta di confessione urbana e orbi, di cui non sappiamo la sincerità. No, è perché questa crisi di coscienza si sta verificando proprio adesso, oppure la festa viene presa in mano dall’avvocato del conte che lo ha divorziato.

Forse è troppo comodo, il pentimento fuori tempo, che è un po’ troppo di autoassoluzione. Una sorta di amnistia televisiva, dopo le debacle politiche ed elettorali. È tutto autentico, copiato come la salsa pastellata. In verità nel teleobiettivo c’è sicuramente l’aggressione del ragazzino ai danni di Giulia Bongiorno, agente del rabbino, una caduta del cartellino rosso, visto che l’avvocato difende la presunzione di essere vivo nelle indagini in cui è coinvolto nel mondo . Non trovano giustificazione lamentele del tipo: “Se metti la famiglia in piazza, la famiglia si sfascia”, poiché l’arrivo di un personaggio del giustizialismo e degli attacchi personali ha fatto un punto imprescindibile del modus operandi del suo partito.

Insomma a ragione il pubblico di “Che tempo che fa”, in quanto frangia valido campione dell’elettoroto. Grillo non può gestire il comico: il talento non manca e i dati di Ascorto sono lì da smontare. Resta che il prezzo dei tuoi avventurieri non è lui, ma il paese al suo interno.

TUTTE LE NOTIZIE DI POLITICA

Attilio Trevisan

"Appassionato sostenitore di Internet. Appassionato di musica pluripremiato. Fanatico del caffè. Studioso di social media per tutta la vita."

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *