non di FdI e Lega, Forza Italia e Astiene. E dividere l’opposizione

L’ora del Mes, a Montecitorio, scocca poco prima delle 13 quando il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli dichiara chiusa la votazione e la Camera respinge…

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L’ora di MassaUN Montecitorio, il 13 dicembre quando il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli dichiarò chiusa la votazione e la Camera respinse la ratifica “in toto”. È il culmine – più o meno – di un dramma psicologico che ha avuto anni di esperienza e di governo, lasciando l’Italia ancora sola nel paese dell’Eurozona non omologato. Con 184 voti contrari, 72 favorevoli e 44 astenuti, l’espressione del Parlamento ha espresso il proprio accordo con ogni altro possibile nuovo tantalivo di ratifica. In tempo per andare altro dalla tua voce europeo di giugno prossimo La decisione parlamentare di ieri è maturata in tutto ciò che era semplice – in virtù del vincolo più o meno lineare nei partiti – con spazio non solo nei grandi, ma anche nell’opposizione. egli Fratelli d’Italia Favorevole al “no” anche la Lega alla ratifica della versione modificata del Trattato del Movimento 5 Stelle, Forza Italia (sulla scommessa di Noi moderati e Alleanza Verdi e Sinistra) è rimasta sulla sua posizione storica, preferendo per affrontarlo. Il Pd propone di guidare la pattuglia dei favorivi assieme ad Azione, Italia Viva, Più Europa e parte del Misto. Con M5S e Avs che quindi, numero alla mano, sono risultati decisivi per fossare il Mes.

Mio, alla Camera, boccia la ratifica del trattato. Unique Italy Paese Ue un “no” categorico: cosa succede ora. Il governo: “I tempi stanno cambiando”

ALLA CONFERENZA

Pallottoliere a parte, all’indomani della firma di Giancarlo Giorgetti nel Patto di Stabilità sopratto il Carroccio a imporsi comme mattatore. È arrivato all’inizio della giornata durante la conferenza dei capitolari della Commissione. La valutazione di Montecitorio ha convocato la ratifica del parere contrario e ha inviato la prova all’assemblea intitolata Silvana Comaroli con la presentazione di Alberto Bagnai, deputato leghista considerato il tutore dell’antiresistenza. Massa. Bagnai, salviniano doc, ha detto chiaro e tondo come “il ‘no’ dei deputati è l’unica opzione” per i legislatori, palesando una linea già indicata in una riunione ristretta il giorno prima a palazzo Chigi. FdI e accoda cecito. FI invece è meno convinto. Gli Azzurri preferirebbero non portare il trattato in Aula e sperano di preservare la logica del “pacchetto” anche questo secondo Antonio Tajani È necessario bilanciare l’approvazione del Fondo Salari della Banca con l’approvazione della Banca degli Interessi della Banca e dell’unione interbancaria. Quanto lavoro è questo lavoro. Dopo qualche strepito si chiarisce, anche a livello parlamentare, come se fosse necessario “trovare un punto di caduta”: l’astensione. Lo ha costretto Roberto Pella riceve l’ok dal vicepremier sul punto. L’uomo non è migliore, ma non può essere altrimenti. Gli astenuti azzurri ci saranno sia in Commissione che in Aula. “Non parteciperemo alla corsa verso est” sentirà il voto del capitano del gruppo Paolo Barelli che nasconderà un po’ d’amore nella Transatlantica. Assicuratevi anche del clima del luogo che si crea. Il senatore Leghista Claudio Borghi – altro esponente della corrente anti-Mes – si è rivolto al Copasir per parlare alla tribuna di Montecitorio ed essere sottoposto al controllo delle presenze e delle votazioni.

TU REAGISCI

Per il ristorante lui Cruscotti è questa storia Perché è la voce esultante di Salvini parla di “una vittoria degli italiani” che hanno dichiarato “dovevano mettere soldi per salvare una banca tedesca” e ha detto: “Se l’Italia ha miso dei soldi in questo istituto, visto che non ci serve posiamos anche chiederli indietro”. Il canto suo FdI sottolinea la “coesione” manifestata dalla maggioranza e dopo le polemiche sul fax di Maio ha rimesso sotto i riflettori Giuseppe Conte che, durante il suo secondo mandato a Palazzo Chigi, ha trattato il aveva avallato puro non condividedolo. Il leader del M5S, oltretutto, era fervente dei banchi dell’opposizione e ha attaccato la Meloni: “Ha detto che avevamo fatto passe il Mes col favore delle tenebre – chiosa -. Ne ho parlato in Parlamento. Solo oggi te sul Mes e ve ne si assume la responsabilità”.

È l’apoteosi di un personaggio che insegue da anni, e che costa anche e che comincia a intervenire quando i 5S interrompono le istruzioni di voto. Lo ha detto nei confronti del primo ministro, ma anche Elly Schlein ha sottolineato che la richiesta ratificata ha creato un “dano di credibilità” per l’Italia e ha raggiunto la direzione delle missioni di Giorgetti. Sprezzante Matteo Renzi di Italia Viva che vede uno stretto legame tra il voto di ieri e il Patto di stabilità: “Quando si arriverà ad un accordo su questo stava intro il Pacto e che non potevano gli unici a stande control, è possibile che ci sia stato un fallo di reazione”. Giorgetti inoltre non commenta che sta parlando della preoccupazione per l’orientamento di una professione e della preoccupazione per i possibili problemi in Europa. Risposte che arrivano: “Pur nel Pieno Rispetto delle Parlamentarizioni Parlamentazioni, mi rammarico per l’esito”, dice il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe. Durante la première, il povero presentatore non ha fatto alcun commento ufficiale. Chigi, però, smentisce la storia e la lascia filtrare perché il “no” è in realtà un’opportunità: “Potresti essere l’occasione per cominciare a pensare alla tua nuova Europa e ai possibili cambiamenti sul lavoro, più utili all’intera Eurozona”. “. Questa domanda è un altro matcha.

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Il Mattino

Attilio Trevisan

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