La pillola abortiva in Italia tra obiettori, è politica

Come riuscire quando una donna cerca di falsificare una ricetta per la pillola abortiva? Riuscire se si hanno davanti tre uomini: troppa ospedalizzazione (con la conseguenza di perdere tempo prezioso), presa di coscienza e una certa politica che ne vuole dissuadere l’utilizzo. Entro 45 anni dall’approvazione del legge 194, una parte del Paese si è impegnata per aumentare la tutela delle donne che desiderano interrompere la gravidanza, un’altra parte si è invece opposta a questo diritto. Il risultato di rendere questo percorso ancora più difficile.

Per tappare la porta delle tensioni interne, mantenerla sicura e protetta. RU486, mifepristone, gli steroidi chimici utilizzati per indurre farmacologicamente l’aborto. Il ritardo nella sua introduzione, la scarsa applicazione delle linee guida e i tempi di somministrazione influenzano l’accessibilità a tutte le interruzioni farmacologiche, contraddicendo di fatto le linee guida dell’OMS.

Il rito italiano

Rispetto ad altri paesi europei, l’Italia è molto indietro. L’aborto farmacologico è stato introdotto solo nel 2010, esattamente 22 anni dopo la Gran Bretagna che, già nel 1988, ne aveva regolamentato l’aborto attraverso la RU486. Questa lentezza nel ricevere le linee guida da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ostacolato la possibilità di scegliere questa pratica.

“I dati del ministro sono molto preoccupanti.

Attilio Trevisan

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