Quando il movimento “Cinque Stelle” (M5S) iniziò ad organizzarsi nelle piazze delle città italiane, nessuno avrebbe potuto aspettarsi che si confrontasse con il presidente nove anni dopo. Le tensioni tra il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e l’ultima coalizione a non formare un governo – composta dal populista M5S e dalla Lega di destra – hanno portato a un conflitto tra istituzioni senza precedenti nella storia d’Italia dal 1946. Secondo per gli scienziati politici, c’è per la prima volta una reale possibilità che l’Italia lasci finalmente la zona euro.
Mattarella ha rifiutato di accettare la nomina a ministro delle finanze di un oppositore dell’euro, Paolo Savona, sostenendo che la sua scelta avrebbe “allarmato” investitori italiani e stranieri e avrebbe rischiato un aumento dei già colossali debiti accumulati dall’Italia. Dopo il rifiuto di Mattarella, domenica si è dimesso il poco noto professor Giuseppe Conte, che i populisti avevano nominato pochi giorni fa presidente del Consiglio. Lunedì Mattarella ha nominato l’ex capo del FMI Carlo Cottarelli e gli ha affidato il compito di formare un governo entro i prossimi due giorni. Il leader del M5S Luigi Di Maio ha chiesto la sospensione del presidente per il suo rifiuto di nominare Savona ministro delle finanze, decisione che il capo dello Stato può prendere secondo la costituzione.
“E’ una crisi gravissima, forse la più grave degli ultimi 20 anni”, ha detto Cristina Fasone, docente di diritto pubblico comparato all’Università LUISS di Roma. Sottolinea che è molto improbabile ottenere la sospensione del presidente, per la quale sarebbero necessari la maggioranza assoluta in parlamento, il consenso della corte costituzionale e un forte sostegno pubblico.
“Siamo da mesi senza governo. Per quanto riguarda le aspettative della gente, questa è un’ulteriore prova che i politici italiani non danno risposte. Anche il M5S non può risolvere il problema”, spiega il professore di università.
Alle elezioni del 4 marzo il movimento populista M5S ha ottenuto il 32% dei voti e la Lega anti-immigrazione il 17%. I due partiti hanno principi diversi in materia di tassazione e spesa sociale, ma sono accomunati dal loro atteggiamento antieuropeo, che preoccupa gli italiani europeisti e l’Ue.
Più del 50% di chi ha optato per M5S o Lega ritiene che l’intervento del presidente Mattarella priva gli italiani del diritto di decidere il proprio futuro. Molti ritengono che l’altissimo numero di immigrati e le misure di austerità europee siano le cause dei problemi economici e dell’elevata disoccupazione.
“Mattarella ha deciso secondo quello che vuole l’Europa, senza tener conto delle opzioni della coalizione scelta dagli italiani”, ha detto Costanza Giardina, fisioterapista di 38 anni di Roma. “L’Italia sta reagendo a quello che gli stranieri pensano che dovremmo fare, ma deve trovare la propria direzione, anche se questo significa tornare alla lira italiana”.
Tuttavia, il pensionato Giorgio Rossia fa notare che il diritto di veto di Mattarella sulla nomina del ministro delle finanze è garantito dalla costituzione. “Sarebbe una delle più grandi follie se l’Italia rinunciasse all’euro”, ha detto il 60enne italiano. “Prima di entrare nell’eurozona, avevamo la lira italiana, di cui tutta l’Europa si prendeva gioco. Ci mancherebbe, un ritorno a quel tempo!”
Con l’economista Cottarelli a capo del governo, sostenitore della moneta unica, l’Italia non cercherà, almeno nei prossimi mesi, di uscire dalla zona euro. Cottarelli nei prossimi giorni dovrà formare un governo di tecnocrati che proverà a far passare un nuovo bilancio entro il 2019. Se non otterrà la fiducia del parlamento resterà alla guida di un governo di tecnocrati fino alle elezioni anticipate . .
Anche se il M5S chiede la sospensione del presidente e la Lega si indigna, Cristina Fasone ritiene che le elezioni anticipate probabilmente trarranno vantaggio da entrambi i partiti. Soprattutto, la Lega potrebbe consolidare la sua posizione nel centrodestra. «Data la divisione dell’Italia tra M5S e Lega e la difficoltà di ottenere la maggioranza a causa dell’attuale normativa elettorale, non sono sicura che basterà per vincere davvero un partito», dice Cristina Fasone.
Autore: Megan Williams (das)
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