Il Parlamento italiano inizierà a votare per il nuovo Presidente della Repubblica il 24 gennaio

Il Parlamento italiano si riunirà il 24 gennaio per iniziare a votare per il nuovo presidente della repubblica, che sostituirà Sergio Mattarella, il cui mandato scade il 3 febbraio, informano Reuters e Afp, citati da Agerpres.

La decisione è stata annunciata martedì dal presidente della camera bassa della legislatura, Roberto Fico.

La decisione dei parlamentari potrebbe influenzare la coalizione di governo italiana guidata dal premier Mario Draghi, 74 anni, ex capo della Banca centrale europea. Ha chiarito che intende candidarsi alla presidenza, e il successo significherebbe per l’Italia o la nomina di un nuovo presidente del Consiglio, dopo meno di un anno, o le elezioni anticipate.

Draghi, però, non è affatto sicuro di riuscire ad occupare la sedia del capo dello Stato. La prima opzione dei partiti di centrodestra italiani è Silvio Berlusconi, 85 anni, ex presidente del Consiglio in quattro governi a Roma.

Si considerano anche le candidature di Pier Ferdinando Casini, già Presidente della Camera dei Deputati; Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio; Marta Cartabia, Ministro della Giustizia nell’attuale esecutivo; Paolo Gentiloni, Commissario Europeo per l’Economia.

Il presidente italiano, eletto per un mandato di sette anni, di solito ha solo funzioni formali, ma il suo ruolo diventa molto più importante dopo le elezioni o quando il governo cade. Il capo dello Stato è colui che ha l’ultima parola sulla nomina del primo ministro e degli altri ministri.

Ad esempio, è stato Mattarella a nominare lo scorso febbraio Draghi Presidente del Consiglio al posto di Giuseppe Conte, che ha perso il sostegno della maggioranza parlamentare. L’attuale presidente – un siciliano di 80 anni – è riuscito a incarnare l’unità in un momento di crisi, ricorda l’Afp.

Le elezioni si svolgono a scrutinio segreto, a cui partecipano oltre 1000 parlamentari e rappresentanti delle 20 regioni italiane. Il processo è difficile da prevedere e spesso richiede diversi giorni.

Non ci sono candidati ufficiali; ogni parlamentare scrive su un foglio il nome del suo preferito. La procedura può portare alla comparsa di proposte stravaganti, come atleti o attori famosi o altri personaggi pubblici.

I leader del partito di solito cercano di negoziare un candidato accettabile per tutti, ma a causa del voto segreto, le loro istruzioni non sono sempre seguite dai membri ordinari del partito.

Nei primi tre scrutini è necessaria la maggioranza dei due terzi per nominare il presidente. Dal quarto turno la soglia scende alla maggioranza assoluta, cioè la metà più uno dei voti. Poiché i parlamentari votano a turno, ogni turno di solito dura più di quattro ore.

Dall’introduzione dell’attuale sistema, solo due dei 12 presidenti italiani sono stati nominati nei primi tre turni di votazione. La procedura elettorale più lunga si svolse nel caso di Giovanni Leone nel 1971, dove furono necessarie 23 tornate.

Fonte immagine: Pixabay

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Tarso Mannarino

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