Il latitante Săvulescu è stato rilasciato dal carcere perché vive e svolge attività in Italia e ha beneficiato di un decreto di grazia del 2006.

La Corte d’Appello di Napoli non ha estradato in Romania il fuggitivo Dragoș Săvulescu e ha ordinato la sospensione dell’esecuzione in Italia della pena detentiva a 5 anni e mezzo comminata in Romania nel caso Retrocedareil.

Secondo il ragionamento dei giudici italiani:

  • Săvulescu ha dimostrato di essere socialmente integrato in Italia (parla italiano, vive e fa affari in Italia) e ha beneficiato di un decreto di grazia del 2006 che gli ha ridotto la pena di 3 anni, portandolo a scontare una pena di 2 anni, 5 mesi e 28 anni. giorni, vale a dire meno di 3 anni di reclusione, e – quindi – potrebbe essere disposta la sospensione dell’esecuzione della pena – si legge nella motivazione della Corte d’Appello di Napoli e nelle spiegazioni inviate a G4media. ro dal Ministero della Giustizia di Roma.
  • Leggi per intero:

La Corte d’Appello di Napoli ha stabilito che Dragoș Săvulescu è socialmente integrato in Italia:

“Inoltre, la persona di cui è stata chiesta la consegna non è cittadina italiana, ma risiede legalmente, formalmente ed effettivamente in Italia, come dimostra il fatto che, secondo l’abbondante documentazione depositata nel fascicolo, la persona ricercata parla correntemente l’italiano, vive in San Fermo della Battaglia (provincia di Como), rue Mazzini n° 1, 7 dove ha preso in affitto un immobile, è titolare di un contratto di locazione per un altro immobile in Milano, rue Manzoni n° 14 anni, possiede una casa in Milano, il Via Pirelli, vive in Italia almeno da maggio 2018, vive in Italia con la moglie Martini Anjela (secondo gli atti del fascicolo), percepisce redditi in Italia come amministratore della società Kharis Studio SRL e consulente presso Mercury 23 SRL, il cui amministratore è la moglie Martini Anjela (secondo i certificati di verifica amministrati nel fascicolo), società che a loro volta affittano immobili commerciali a Milano e Castellammare di Stabia (provincia di Napoli); l’insieme di queste circostanze consentono di ricordare che l’imputato ha con il territorio nazionale italiano un legame effettivo, non casuale e legato sia alla sua sfera affettiva familiare che al suo centro di interessi economici e patrimoniali; sicché la remissione può (non deve) essere rifiutata sulla base del citato art. 18 bis lett. c della legge 69/05 (norma corrispondente all’art. 18 lett. r della legge 69/05, come interpretato dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 227/2010, disponendo che la pena inflitta sia eseguita in Italia conformemente alla normativa interna legge.

Al riguardo, si osserva che l’imputato ha chiesto, fin dall’udienza davanti al difensore delegato al termine della custodia cautelare, fatte salve altre situazioni di rifiuto, di disporre il rifiuto della consegna previo riconoscimento della sentenza di esecuzione. in Italia.

Considerando tutto ciò, non vi è motivo di obbligare l’imputato a scontare la pena in RomaniaDa l’esecuzione di questa pena in Italia, dopo il riconoscimento della pena straniera, risponde maggiormente all’esigenza di una sua effettiva risocializzazione, perché in Italia sarà molto più vicino ai suoi amici e ai suoi interessi e potrà vivere in carcere l’esperienza come momento di presa di coscienza del valore degli aspetti negativi degli atti commessi piuttosto che come momento di severa punizione inflitta lontano dal proprio contesto familiare, sociale e territoriale“, ha sottolineato la Corte d’Appello di Napoli.

Nella sua risposta a G4media.ro, il Ministero della Giustizia di Roma ha spiegato ulteriormente perché è stata ordinata la sospensione dell’esecuzione della sentenza di Dragoș Săvulescu.

A nome di Dragoș Săvulescu il tribunale rumeno ha emesso un mandato d’arresto europeo in relazione alla condanna a 5 anni e mezzo di reclusione. La sua consegna fu rifiutata perché contemporaneamente fu ordinata l’esecuzione della pena in Italia. Il periodo di 3 anni è stato detratto a seguito della riduzione della pena prevista dalla legge n. 241 del 2006 e quindi la pena da eseguire è scesa sotto i 3 anni (più precisamente a 2 anni, 5 mesi e 28 giorni, tenendo conto della pena già scontata). Per questo motivo il mandato di esecuzione della pena è stato emesso, ma allo stesso tempo sospeso“, ha spiegato il Ministero della Giustizia italiano a G4media.ro.

Errori imperdonabili nella sentenza della Corte d’Appello di Napoli

Un imperdonabile errore materiale si è insinuato nella sentenza del CA Napoli firmata dai giudici Giovanna Grasso e Gabriella Gallucci. Pertanto, Dragoș Săvulescu viene presentato come un ex azionista della squadra di calcio della Dinamo Zagabria, sebbene fosse effettivamente un azionista della Dinamo Bucarest.

È vero che Săvulescu non è certo un quivis de populo, essendo un ricco imprenditore, presente anche nel settore del cinema e della comunicazione, e negli Stati Uniti d’America e in Italia, ex presidente della squadra di calcio Dinamo Zagabria.», è indicato nel ragionamento dei giudici italiani.

Tuttavia, il tribunale italiano ha respinto le affermazioni di Săvulescu riguardo alla sua condanna a seguito dell’intervento dei servizi segreti nella legge giudiziaria rumena.

I legali del latitante hanno presentato al tribunale di Napoli un documento “giornalistico” prodotto da un quotidiano americano, ma non pubblicato, in cui ex magistrati e ministri rumeni descrivono gli abusi e il coinvolgimento dei servizi segreti nella giustizia rumena.

Dall’esame della documentazione e delle riprese video depositate nel fascicolo della difesa emerge che le dichiarazioni rese da ex magistrati ed ex ministri e presentate al giornalista, così come gli altri risultati presenti sui siti internet presentati, si riferiscono solo a questioni generali. al sistema penale che coinvolgerebbe i servizi segreti, la DNA e alcuni magistrati rumeni, mentre si riferisce in particolare al caso di Săvulescu esclusivamente con riferimento alla riapertura delle indagini preliminari e con riferimento alla persona del presidente Matei (Ionuț Matei – il giudice dell’Alta Corte che ha presieduto il processo Retrocedarii – no) della Corte di Cassazione rumena.

Inoltre, non ne consegue che la Commissione Europea o gli osservatori internazionali più accreditati, come ad esempio Amnesty International o Human Rights Watch, pur essendo attenti a questo tipo di questioni e per questi motivi spesso contattati dai giudici nazionali per valutazioni in questioni di estradizione, avrebbe espresso riserve o giudizi negativi sulla credibilità del sistema giudiziario rumeno nei rispettivi anni come terzo, né in generale con particolare riferimento a determinate persone fisiche“, hanno sottolineato i giudici italiani.

Predoiu: “Esprimo disappunto per la decisione del tribunale. Il ministro della Giustizia italiano possa sentire”

Il Ministro della Giustizia, Cătălin Predoiu, ha presentato questa settimana la situazione attuale dei principali latitanti, affermando di esprimere il suo disappunto per la decisione della Corte d’Appello di Napoli, che ha respinto l’esecuzione del mandato nel caso Dragoș Savulescu. “Esprimo il mio disappunto per la decisione della Corte. Può sentire il Ministro della Giustizia italiano“ha detto Predoiu.

Su richiesta di G4media.ro, l’Ambasciata della Repubblica Italiana a Bucarest e il Ministero della Giustizia a Roma si sono rifiutati di commentare le dichiarazioni del Ministro della Giustizia rumeno, affermando soltanto che il sistema giudiziario italiano, come quello rumeno, è indipendente. .

Săvulescu ha reagito su Facebook. Subito dopo le dichiarazioni del ministro Predoiu, il fuggitivo Dragoș Săvulescu ha scritto su una rete sociale:

Perché è deluso, signor Ministro, quando un VERO potere giudiziario in un paese veramente democratico APPLICA VERAMENTE LA LEGGE e RISPETTA I PRINCIPI GENERALI DEL DIRITTO E I DIRITTI UMANI FONDAMENTALI? Cosa si aspetta, Signor Ministro della Giustizia della Romania, dal suo omologo italiano?? Si aspetta un intervento nell’atto giudiziario o addirittura un’indagine sull’atto giudiziario in Italia?“, ha scritto Săvulescu.

A gennaio la moglie Angela Martini, ex Miss Albania 2010, aveva postato sui social un messaggio provocatorio, accompagnato dalle foto della loro villa in Sardegna.

La vita è buffa: c’era un tempo in cui eravamo rinchiusi e gli altri erano liberi, ora siamo liberi e gli altri sono rinchiusi“, ha scritto la moglie di Săvulescu.

Contesto. Dragoș Săvulescu è stato giudicato colpevole nel caso di retrocessioni in cui l’ex sindaco di Costanza, Radu Mazăre, è stato condannato a 9 anni di carcere. Nello stesso caso è stato condannato a 5 anni di carcere un altro azionista della Dinamo, Cristian Borcea. Tuttavia, Borcea ha scontato la pena in Romania.

Nota: Alex Costache è anche giornalista di TVR News

Foto: Dragoș Săvulescu/Facebook

Tarso Mannarino

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