Domenica 27 ottobre 2013, 14:00
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Nelle montagne a est di Roma è stato svelato un mondo sorprendente composto da numerosi tunnel che si estendono per decine di chilometri. Questi tunnel furono costruiti dai rumeni circa 2000 anni fa per fornire acqua alla città vecchia.
Gli acquedotti che portavano l’acqua nell’antica Roma vengono ora esplorati da specialisti utilizzando la tecnologia del 21° secolo, secondo Il telegrafo.
Gli archeologi speleologi utilizzano laser, robot telecomandati e scanner 3D per mappare dozzine di acquedotti costruiti secoli fa. Funzionano utilizzando mappe sviluppate da Thomas Ashby, un geometra e archeologo britannico che esplorò tunnel nascosti prima e dopo la prima guerra mondiale.
Gli scanner 3D producono immagini precise dell’interno dei tunnel, costruiti con cemento dell’epoca dell’Impero Romano, che sembrano essere stati costruiti solo pochi anni fa. I telemetri laser consentono agli archeologi di determinare le dimensioni, la direzione e l’altitudine dei tunnel scavati nelle montagne a est della capitale italiana.
Il lavoro di mappatura è svolto da archeologi dilettanti, guidati da esperti speleologi del gruppo Sotterranei di Roma.
“I rumeni erano ingegneri incredibili. Per rallentare il flusso dell’acqua, costruivano deliberatamente delle sezioni curve”, ha detto Alfonso Diaz Boj, uno spagnolo del gruppo.
La costruzione dei tunnel iniziò durante il regno dell’imperatore Caligola nel 38 d.C. e completato al tempo dell’imperatore Claudio, 14 anni dopo. Si estende per circa 72 chilometri, dalle montagne alle moderne città di Tivoli e Frascati. Altri acquedotti coprono altri 96 chilometri sotto la città di Roma.
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