Davanti al giudice Pietro Renna, il rumeno ha detto che aveva la gamba gonfia, non riusciva più a resistere al dolore e ha deciso di togliergli il braccialetto di monitoraggio elettronico che aveva alla gamba. Al rumeno, residente a Osimo, è stato vietato di avvicinarsi alla moglie e alle figlie, a causa di un caso di maltrattamenti in famiglia per il quale ha un fascicolo penale separato.
Per impedirgli di vederli o avvicinarsi a loro, gli è stato messo un braccialetto alla gamba, su ordine di un giudice, che gli vietava di restare a meno di 500 metri dalla moglie e dalle due figliolette.
Il rumeno avrebbe seguito le regole e non avrebbe violato il divieto, ma il 20 giugno 2021 ha perso la testa. Ha detto che la gamba a cui era attaccato il dispositivo faceva male. Verso sera si era anche gonfiato al punto che il dolore era diventato insopportabile. Invece di denunciare il fatto al suo avvocato o alla polizia, è andato in cantina a prendere gli strumenti per aprire il braccialetto.
Per prima cosa ha colpito con un martello, ma il dispositivo non si è aperto. Poi prese delle cesoie da falegname e cominciò a tagliarlo in decine di pezzi. L’apparecchio ha inviato il messaggio d’allarme, così la polizia penitenziaria ha inviato una pattuglia a casa del 47enne.
Adesso dovrà rispondere del danno aggravato, anche se il braccialetto vale solo poche centinaia di euro, ma è di proprietà pubblica. L’imputato sarà ascoltato il 2 febbraio.
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