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Anticipiamo un estratto del nuovo libro di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, direttore di Riformista, in carriera da sindaco di Firenze, segretario del Pd, presidente del Consiglio. Il libro – “Palla al centro”, il titolo – uscirà nelle librerie il 6 febbraio e il 5 sarà presentato a Roma, tutte le ore 18.30, presso l’Auditorium Parco della Musica del Flaminio, presso la Sala Teatro. studio Borgna. Poi inizierà il tour: martedì 6 Napoli, Milano, Firenze.
Ho la firma della Meloni perché voglio votare la riforma costituzionale, questa è la testimonianza dei miei avversari politici. Ora, dove la risposta è scritta con talento, il “voglio votare” diventa a “vorrei tanto votare”, rimaniamo sul punto. Se io propongo da anni il modello dell’Unione italiana, che presenta una proposta di legge costituzionale da discutere, tutti gli eletti hanno sostenuto questa testimonianza, nella storia del Pd di un partito e del Pd dell’altro. Resta la centralità della figura del Presidente del Consiglio, la mia spia può votare contro, da sola perché propone la Meloni?
Questo è ciò che mi spinge a fare il test. Si fa una riforma, si dice che è giusta, che si sta facendo bene, che si serve il Paese e si dice “no, votiamo contro” perché proponiamo un altro partito politico. È l’assoluta follia della conoscenza ideologica e barbara del nostro Paese: sono d’accordo con te, ma siccome lo dici tu, voto contro.
PRECEDENTE
Ha perso Palazzo Chigi per questo sillogismo masochista che porta il Paese da anni a mutilare l’inizio di ogni speranza condivisa di cambiamento. Molti mi hanno accusato di personalizzare il referendum, ma mi hanno ricordato che la prima volta che è stata fatta la mia dichiarazione, le forze di opposizione avevano già fatto lo stesso ragionamento della sinistra: “In linea di principio, noi siamo d’accordo, votiamo contro ciò che proponiamo. “conosci il tuo avversario”.
Allora è un grande capo. Non posso saperlo. Non sarà possibile per Meloni e Salvini del 2016, ma anche per Conte e Schlein del 2023. La riforma costituzionale è una cosa seria, sicuramente per il voto. E il voto non per entrare in Italia Viva a majorgio, ma per entrare in Italia nel futuro. Ed è certo che il mandato del governo non è quello di utilizzare la riforma costituzionale per regolare il contenuto della politica politica. E se aiuti a rendere tutti diversi, sarai ancora più felice.
Votate a favore della riforma costituzionale, perché è scritta bene e non pasticciata come il vaglio del parlamento scritto mentalmente, non nel senso di offrire una firma al municipio, ma nel senso di offrire un’opportunità alla politica. Ciò significa essere politici e non influencer.
Questo significa mettere la palla al centro. Questo è quanto ritenuto coerente con la mia vicenda personale, politica e istituzionale.
CONTROVERSIA
E non sono convinto che questi problemi siano legati alla riforma costituzionale e alla previsione dell’elezione diretta del presidente del Consiglio dei ministri, perché l’opzione di revisione del potere del presidente della Repubblica può essere modificata.
Il sinistro attacca il Quirinale e, suo malgrado, l’attuale inquilino del Colle come carnefice della resistenza al melonismo. La risposta è che intendono incidere sui poteri della presidenza: hanno opinioni sui cittadini e hanno mezzi per controllare l’istituzione più amata dagli italiani.
Ma ciò ha un impatto politico non limitativo su quello che è già il potere del Presidente della Repubblica di modificare in caso di approvazione dell’elezione diretta del Primo Ministro. Devono cambia, è lui che cambia. Dirlo non significa derubare “tarpare le ali” di Sergio Mattarella, viene ha scritto qualcuno con un’invidabile dose di fantasia. È un uomo che ha deciso di portare l’attuale presidente della Repubblica nel Collegio più alto nel 2015 e di bloccare la candidatura del direttore dei servizi segreti, Elisabetta Belloni (su cui convergono Salvini, Meloni e Conte), beh quello sono io ()
Ciò che mi colpisce è che nessuno abbia il coraggio di dire una cosa molto semplice. Non c’è solo la proposta del destino di ridurre i poteri del capo dello Stato, ma anche l’idea bieca della cancelliera con la fiducia costruttiva che circoscrive il ruolo del Quirinale. Il trust edilizio non ha più spazio per il presidente degli “inventori” di soluzioni tecniche. Posso tolti al Collegio durante la formazione del governatore dei cittadini nel caso di elezione diretta del Presidente della Repubblica e dei parlamentari nel caso del sistema fiduciario strutturale. Non prendo il volante: entro nel caso e posso arrivare al ridotto.
NESSUN PREGIUDIZIO
Voglio mantenere l’onestà intellettuale e dire che quando si parla di riforme costituzionali non posso dire alla Meloni quello che lei ha fatto a me. No, è vero, un’opposizione preconcreta come quella di Conte e Schlein. Rimasto distinto e distante dal Sindaco, il mio elettore favorevole è che la risposta sia seria. Qualunque sia il “marchio della maggioranza”, vale a dire la “dignità della politica”. Ho personale Palazzo Chigi perché pensavo che la riforma sarebbe servita al Paese. Se qualcosa dovesse andare in riforma, lo farò con lui o con lei.
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Il Messaggero
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