Un italiano accusato di violenza domestica e controllo ossessivo sulla moglie è stato assicurato alla giustizia in un processo che si è svolto nella città di Varese, l’omonima provincia in Lombardia.
L’uomo è accusato non solo di aver insultato la moglie, di averla picchiata e di voler avere il pieno controllo del conto in banca di famiglia, ma di aver voluto conoscere ogni sua mossa.
Inoltre, avrebbe costretto la donna ad avere un rapporto intimo forzato con lui, nonostante il suo rifiuto, secondo le informazioni riportate da testata locale Notizie da Varese.
Secondo l’accusa la donna sarebbe stata vittima di insulti e violenze fisiche davanti ai figli. Inoltre, era soggetta al controllo su tutte le sue attività, compresi i minimi movimenti. L’ex marito controllava persino quanto tempo la donna trascorreva con le sue amiche e dove andava.
Il processo è ancora in corso e l’avvocato dell’imputato, Fabio Ambrosetti, deve provare l’innocenza del suo assistito.
Tuttavia, le informazioni rivelate in aula mostrano come la tecnologia possa essere utilizzata per esercitare il controllo sugli altri.
Ad esempio, al processo è stato dimostrato che ha calcolato che il tempo stimato per la moglie per uscire di casa, portare i bambini a scuola e tornare era di 30 minuti, dalle 8:00 alle 8:30.
Ma sebbene sia arrivata a casa alle 8:45, come confermato dai filmati di sorveglianza, ne è seguito il caos, con richieste di giustificare il ritardo di 15 minuti.
La stessa cosa è successa quando la donna ha incontrato i suoi amici: “Devi dirmelo in anticipo se vuoi uscire e devi dirmi dove stai andando”, l’ha avvertita l’uomo.
Questa situazione sarebbe iniziata proprio durante il periodo del fidanzamento, ma è arrivata al culmine e la donna si è rivolta a un centro antiviolenza di Varese per chiedere aiuto.
In aula è stato ascoltato un volontario dell’associazione che ha aiutato la donna dopo una prima visita alla struttura, prima della denuncia presentata dalla vittima nel giugno 2019.
La prossima udienza è fissata per il 23 maggio 2023, precisa anche la fonte.
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