Un russo accusato di contrabbando di tecnologia militare è sfuggito agli arresti domiciliari in Italia. È figlio di un governatore russo e aveva appena ricevuto un ordine di estradizione negli Stati Uniti.

Un cittadino russo accusato di contrabbando di tecnologia militare è sfuggito agli arresti domiciliari il giorno dopo che un tribunale italiano ha accettato di consegnarlo alle autorità statunitensi, riferisce Il Guardiano.

Il russo accusato di contrabbando di tecnologia militare è il figlio del governatore di Krasnoyarsk, in Russia.

Le autorità italiane affermano che Artem Uss, arrestato nell’ottobre 2022 all’aeroporto di Milano Malpensa con un mandato d’arresto internazionale, è riuscito a togliersi il braccialetto elettronico e ha lasciato la sua casa a Cascina Vione di Basiglio, in provincia di Milano.

Nel 2022, i pubblici ministeri statunitensi hanno accusato Uss e altri quattro cittadini russi di aver trasportato tecnologia militare acquistata da produttori americani ad acquirenti russi, alcuni dei quali sarebbero finiti sul campo di battaglia in Ucraina.

Gli investigatori affermano di aver utilizzato una società tedesca per fornire la tecnologia. L’USS è anche accusata di aver trasportato petrolio dal Venezuela alla Russia in violazione delle sanzioni, nonché di frode bancaria.

Martedì la corte d’appello di Milano ha annunciato di aver acconsentito all’estradizione dell’Uss per contrabbando di petrolio e non per tecnologia militare, citando la mancanza di prove. L’avvocato del russo aveva la possibilità di ricorrere alla Corte Suprema italiana per cercare di impedire che il suo cliente venisse spedito oltre Atlantico.

Gli investigatori italiani temono che l’Uss abbia già lasciato il Paese. È il figlio di Alexander Uss, governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk.

Quando sono arrivati ​​a casa sua per verificare che stesse rispettando gli arresti domiciliari, la polizia ha trovato la porta chiusa e la televisione accesa. Le autorità non escludono l’ipotesi di un coinvolgimento dei servizi segreti russi nell’operazione di fuga.

Nerio Baroffio

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