Nell’articolo:
Il rumeno è seduto su un sacco coperto da una coperta davanti alla farmacia comunale di Reggio Emilia, in attesa che qualcuno ascolti il suo grido disperato. “Scusi, lei è la persona che aveva il cane?”,
“Come si chiama?” . “Maya”. L’uomo tira fuori dalla tasca un vecchio portafogli e lo spalanca rivelando un documento.
Legge la sua carta d’identità e rivela che è di Târgu Neamț.
Interrogato dal giornalista su cosa gli ha detto la polizia, il rumeno ha detto che: “Lo restituisco dopo dieci giorni perché deve essere stato scheggiato. Mi sembravano tanti giorni, ma mi hanno detto che c’erano anche giorni di fine settimana, sabato e domenica”
. Dalla tasca, questa volta tira fuori un pezzo di carta con sopra una scritta a mano “Canile comunale di Reggio Emilia, via Falesina n° 4, 0522943704” . “L’hanno lasciato a me”, Egli ha detto .
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“Me lo puoi riportare?, chiese il fiducioso rumeno. La giornalista italiana sta facendo il possibile per riavere Maya dalla sua padrona, ma realisticamente il rumeno difficilmente riuscirà a riavere il quadrupede.
Inoltre Isabella Bertoldi, dirigente comunale del barboncino Cella contattata dalla testata italiana gazzettadiretto.it,
ha spiegato che una volta microchippata e sottoposta alla necessaria profilassi sanitaria, Maya verrà data in adozione. “Dubito che l’uomo verrà a reclamare il cane, e se lo farà dovrà anche presentare un reclamo secondo le regole attuali. E se non è cittadino italiano, da quello che ho capito, non potrà nemmeno chiedere di adottarlo”..
Secondo la normativa vigente, durante il secondo mese di vita, il proprietario del cane ha l’obbligo di impiantare il microchip (chiunque non lo fa impiantare dal veterinario entro i limiti stabiliti è punito con la multa da 25 a 150 euro). Maya, invece, “non più di due mesi”. Sempre legalmente, è possibile adottare un cucciolo dopo i sessanta giorni di vita.
Maya non potrà essere adottata dall’uomo rumeno
La romena, che dallo scorso inverno soggiorna nel centro storico di Reggio, soprattutto davanti alla biblioteca, spiega che Maya viene dalla Romania, dove vive la sua famiglia. Nel suo telefono, le ultime foto della galleria li ritraggono insieme. L’uomo vive giorno e notte per strada perché non vuole andare in ostello. “Dopo due giorni, devi pagare”, finge. “Voglio inviare denaro alla mia famiglia in campagna”.
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Inoltre, gli animali non sono ammessi nei dormitori pubblici, principalmente per motivi igienici e logistici. Una questione dibattuta da tempo e che è stata affrontata con isolate iniziative in alcune città. A Bologna, ad esempio, qualche anno fa è stato realizzato il Rifugio Canile, l’area di accoglienza dell’Asp Città di Bologna e del gruppo aperto pensato appositamente per chi ha un cane e non si trova in un contesto abitativo stabile. Ai clienti viene garantita la collaborazione continuativa con un veterinario (per vaccinazioni, esami del sangue, prescrizione di cure e interventi a domicilio e in ambulatorio), l’acquisto di farmaci più economici e la distribuzione gratuita di cibi secchi e in scatola. Una collaborazione che sarebbe preziosa anche per il rumeno, se potesse rivedere Maya.
Giorgio Micagni, direttore dell’ASL del Servizio Veterinario di Reggio Emilia, ha dichiarato alla fonte citata che “Se il senzatetto a cui è stato sottratto il cane dimostra di essere in grado di prendersi cura dell’animale e fornisce garanzie in tal senso, potrebbe addirittura riaverlo. Perché no?”.
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