Pasqualino Ariganello, un imprenditore italiano condannato a nove anni di carcere nel suo Paese per bancarotta fraudolenta, è stato arrestato il 6 febbraio ad Alba Iulia. Secondo la Gazzeta del Sud, la sua famiglia aveva denunciato la morte di Ariganello alle autorità italiane, ma l’uomo in realtà aveva un’attività di successo in Romania. Secondo lo stesso quotidiano italiano avrebbe avuto anche legami con il gruppo mafioso della ‘Ndrangheta..
“Un cittadino italiano, perseguito dalle autorità italiane per bancarotta fraudolenta, è stato individuato dalla polizia rumena, con il supporto del Centro internazionale per la cooperazione di polizia della polizia rumena. Il 6 febbraio di quest’anno, la polizia di Alba Iulia ha individuato, all’interno confini della città, un uomo di 62 anni, cittadino italiano, ricercato a livello internazionale. Sul suo conto l’autorità giudiziaria italiana ha emesso un mandato d’arresto europeo per il reato di bancarotta fraudolenta ed è stato condannato a nove anni, tre mesi e 29 giorni in carcere, per trovare la persona in questione, la polizia ha beneficiato di ulteriori dati e informazioni, ottenuti attraverso il Centro internazionale per la cooperazione di polizia – Ispettorato generale della polizia rumena. L’uomo è stato presentato alla procura della Repubblica presso il tribunale di Alba Iulia d’Appello, poi arrestato, fino alla consegna alle autorità giudiziarie italiane”, si legge nel comunicato dell’IPJ Alba.
Secondo Ziarul Unirea, l’italiano vive ad Alba Iulia da più di 15 anni. Lì ha fondato un’impresa di costruzioni, la SC Trustul de Construcţii Industriale SRL, che ha svolto un’attività economica significativa negli anni 2000.
Dell’italiano era proprietario anche il ristorante Nettuno ad Alba Iulia, utilizzato dai politici che amministravano la città per varie azioni più o meno elettorali.
Nel 2007 l’azienda italiana ha acquistato le “ruderi” della vecchia fabbrica Refractara ad Alba Iulia.
Fonte: gazzetta.it; Stirileprotv.ro
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