Un gruppo di rumeni uccideva illegalmente cavalli e vendeva la carne in Italia. Anche i veterinari sono stati coinvolti nell’attività

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La carne di cavalli macellati illegalmente in un mattatoio di Braşov veniva esportata in Italia per il consumo umano. Foto: Immagini Profimedia

Diverse persone sospettate di aver comprato cavalli e poi di averli uccisi in un mattatoio di Brașov, senza autorizzazione, per poi rivendere la loro carne in Italia, sulla base di certificati falsi rilasciati da veterinari, sono oggetto di un’indagine della polizia, informa Agerprès.

La polizia rumena, il servizio investigativo sulla criminalità economica e altre strutture all’interno dell’ispettorato di polizia della contea di Braşov e di altre contee hanno effettuato martedì 32 perquisizioni domiciliari in relazione a questo caso.

I fatti si sarebbero verificati dal novembre dello scorso anno e fino ad ora, secondo un comunicato della polizia.

“Di solito, uno degli indagati, amministratore di una società commerciale, avrebbe acquistato cavalli da varie persone, senza i documenti legali, e li avrebbe anche trasportati, senza soddisfare le condizioni legali, a un macello nella contea di Braşov, dove gli animali sono stati uccisi, senza diritto L’uccisione degli animali sarebbe stata effettuata con la partecipazione di altri membri della famiglia, che avrebbero falsificato i passaporti, in modo che sembrerebbe che gli equini fossero proprietà legale della società commerciale”, si legge nella nota.

La falsificazione dei documenti è stata fatta con l’ausilio di alcuni veterinari “che avrebbero inserito dati irreali, in modo che tutta la documentazione avesse un’apparente forma di legalità della provenienza e del trasporto dei cavalli, così che, alla fine, gli animali portati vengono uccisi in violazione degli obblighi previsti dalla normativa vigente”.

La carne ha così ricevuto il riconoscimento di “buona per l’alimentazione umana” prima di essere esportata in Italia.

“L’attività illecita veniva legalizzata dal certificato falsamente rilasciato dal medico, il quale confermava con timbro e firma lo stato di salute degli animali, che dichiarava “buoni per l’alimentazione umana”. I prodotti a base di carne, derivati ​​dall’uccisione di i cavalli, sarebbe stato destinato in Italia, su richiesta e coordinamento di un altro indagato, cittadino italiano, dove i beneficiari finali erano cittadini di quello Stato”, ha trasmesso anche la polizia rumena.

Le perquisizioni sono avvenute nelle contee di Brasov, Sibiu, Covasna, Dâmboviţa, Prahova, Argeş, Ialomiţa e nella città di Bucarest, presso la sede di alcune istituzioni, presso la sede o presso i luoghi di lavoro di alcune società, rispettivamente presso la residenza di funzionari, amministratori di società commerciali e loro dipendenti.

L’indagine si concentra sui reati di costituzione di un gruppo criminale organizzato, accettazione di tangenti, distribuzione di tangenti, divulgazione di informazioni segrete, ufficiali o non pubbliche, appropriazione indebita di appalti pubblici, uccisione intenzionale e illecita di animali, falsità in atti e reati di riciclaggio.

A seguito delle perquisizioni sono stati sequestrati diversi documenti, sistemi informatici, denaro, nonché prodotti alcolici soggetti ad accisa.

Contestualmente, sono stati eseguiti 11 mandati di cattura nei confronti di persone sospettate di far parte del gruppo criminale, mentre altre persone sono state convocate per essere interrogate.

Editore: D.R

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Tarso Mannarino

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