Un giudice del tribunale di Bucarest non può giustificare circa 6 milioni di euro. È stata coinvolta nel “Fascicolo mafia bancaria”

L’Agenzia nazionale per l’integrità (ANI) ha presentato gravi accuse contro Cristina-Gabriela Mazilu, giudice del tribunale di Bucarest, sostenendo che possiede un patrimonio ingiustificato di oltre 30 milioni di lei, l’equivalente di circa 6 milioni di euro. Cristina-Gabriela Mazilu era anche giudice del tribunale del distretto 4.

Secondo un comunicato stampa pubblicato dall’ANI, l’istituzione ha notificato alla Commissione d’inchiesta sul patrimonio della Corte d’appello di Bucarest l’avvio di un’azione di controllo riguardante le variazioni del patrimonio e dei redditi realizzati da Cristina-Gabriela Mazilu mentre ricopriva una carica pubblica.

Gli accertati, compreso il giudice Mazilu, sono stati informati dell’avvio della procedura di valutazione e dei loro diritti, come il diritto di essere assistiti o rappresentati da un avvocato e il diritto di presentare dati o informazioni rilevanti. Queste persone hanno avuto l’opportunità di esprimere il proprio punto di vista durante il processo di valutazione, nel rispetto del loro diritto di difesa.

Vale la pena ricordare che Cristina-Gabriela Mazilu è stata coinvolta in un dossier noto come “File mafia bancaria”, legato anche al nome del genero dell’ex presidente Traian Băsescu, Bebe Ionescu. Questo dossier ha evidenziato casi controversi legati ad aziende che non hanno restituito decine di milioni di euro alla Banca rumena di sviluppo (BRD). Si dice che il marito o ex marito del giudice, Cristian Relu Aparaschivei, abbia avuto una posizione influente negli affari dell’imprenditore Remus Truică, che è anche il padrino del suddetto giudice.

Secondo le informazioni rivelate da Lumea Justitiei, il giudice Cristina Gabriela Mazilu sarebbe stata coinvolta in presunte attività illegali legate al furto della BRD. Si dice che queste azioni siano state rese possibili con l’aiuto di clienti con cui il giudice e il suo ex marito erano in vacanza in resort di lusso come la Val Gardena in Italia.




Nel 2019, il fascicolo relativo a una frode all’interno del Gruppo BRD Dorobanti, con un danno stimato in circa 53 milioni di euro, è stato trasferito alla Sezione Investigazione dei Reati Giudiziari della Procura presso l’Alta Corte di Cassazione e Giustizia (PICCJ), a causa del coinvolgimento del giudice Cristina Gabriela Mazilu in questo caso.

Tarso Mannarino

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