La Procura di Treviso suggerisce che il romeno sarà presto incarcerato. Essendo il caso Code Red, viene guardato con la massima attenzione. Ma Ana (il nome usato dalla fonte citata, non il vero nome del rumeno) vive nella paura con la figlia di 6 anni.
La 32enne romena, barista di Treviso, ha messo nero su bianco l’incubo in cui è sprofondata da più di un anno: minacce di morte, l’auto incendiata sotto casa dieci giorni fa, l’ammonizione inviata dall’uomo il giovedì. Una borsa con i vestiti della ragazza in cui il suo ex ha infilato una scatola di coltelli.
La denuncia della donna, depositata presso la Procura della Repubblica di Treviso, si conclude con una richiesta ben precisa: arresto e misura preventiva nei confronti del suo aggressore, Ionuț Daniel Neculae, connazionale di 36 anni, ex poliziotto.
“Stiamo seguendo la vicenda con la massima attenzione, assicura il procuratore di Treviso, Marco Martani, il fascicolo non è chiuso in un cassetto, ci stiamo lavorando”. Sempre giovedì il legale della donna, Aldo Pardo, ha alzato la voce: “L’autorità giudiziaria non sta facendo abbastanza per tutelare questa donna e sua figlia di 6 anni”.
Nel marzo dello scorso anno, dopo varie denunce e un arresto in flagranza, all’uomo è stata data un’ordinanza restrittiva, poi revocata. Nel frattempo il barista si era rifugiato in Romania per tre mesi, per allontanarsi da lui. Due settimane fa, tornando a casa, è ricomparso.
Il pm Barbara Sabattini, che si occupa del caso, esamina attentamente le denunce e le numerose segnalazioni di polizia e carabinieri, intervenuti a più riprese su richiesta della donna. Intanto gli investigatori della polizia stanno cercando di rintracciare il 36enne, visto che oltre ad essere indagato per molestie, è anche il sospettato numero uno dell’incendio del 15 febbraio.
Quella sera, la Citroën C3 della barista è stata trasformata in una sala fumatori e l’intero edificio in cui vive è stato evacuato nel cuore della notte. Nei giorni successivi, in un podere abbandonato poco distante dal luogo dell’incendio, vengono ritrovati un barattolo di benzina e un coltello. Se fossero i rumeni, sarebbe una prova schiacciante. Tanto più che ci sono anche i messaggi intimidatori che le aveva inviato il giorno prima.
«O torni da me o moriremo insieme. Scegli come vuoi morire. O ti getti addosso dell’acido in modo che nessuno ti guardi o ti dia fuoco alla macchina!”, ha scritto l’uomo.
Ma il 36enne sta molto attento a non farsi trovare. In questa escalation di minacce e intimidazioni, ogni volta che la romena chiedeva l’intervento della polizia, il suo ex riusciva a fuggire poco prima dell’arrivo degli agenti. Ex poliziotto in Romania e con una condanna definitiva nel Paese e diversi precedenti penali in Italia, è riuscito a costruire una rete di contatti nella penisola.
Persone su cui può contare per portare avanti la sua strategia del terrore, nella speranza che prima o poi la sua ex fidanzata soccomba. L’ex poliziotto continua a gironzolare vicino alla casa del barista: “Torna da me: ti pago la macchina. Lascia perdere la denuncia e ricominceremo da capo.” Questo è uno dei messaggi con cui continua a bombardare la donna.
I messaggi in cui “ti amo” si mescolano ai peggiori insulti. Il 13 febbraio, dopo un altro rifiuto di riprendere la relazione tossica, il 36enne ha minacciato di cospargerlo di acido e di bruciargli l’auto. Due notti dopo, l’auto ha preso fuoco. Giovedì la borsa piena di coltelli è arrivata tra i vestiti della bambina. “Cos’altro devono fare per fermarlo?” chiede Ana, inorridita.
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