Lo sport in Italia è caratterizzato da due elementi principali: l famiglia e il strada.
Per quanto riguarda le famiglie, danno un contributo dinamico bambini piccoli, ispirandoli a fare bene, ottenere vittorie e non mollare mai. Ma famiglie e sport in Italia hanno un legame molto più profondo, che ha avuto anche un impatto imprenditoria. Oggi, infatti, aziende importanti – come Yamamay ed Erreà – sono state fondate da due padri che volevano fare qualcosa per i propri figli. Ad esempio, nel caso di Yamamay, Francesco Fabbrica ha voluto creare costumi da bagno migliori per i suoi due figli, Giacomo ed Edoardo.
La storia di Erreà inizia nel 1988 a Parma e oggi è sponsor della Nazionale di calcio isolana. Ancora una volta, tutto è iniziato con il desiderio di un padre per i suoi figli: Angelo Gandolfi (il fondatore) voleva creare un buon abbigliamento sportivo per suo figlio (Roberto) e sua figlia (Annalisa). Tutti i tessuti utilizzati dall’azienda sono certificati e privi di materiali tossici. Inoltre, l’uso di Active Tense consente una migliore respirazione e previene lesioni alla spalla.
Quanto al secondo elemento centrale dello sport italiano – la strada – questo risale alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando rinasce lo sport di strada. Si praticavano molte discipline all’aria aperta ma poi, col tempo, pieghevole i luoghi sono diventati i più popolari. In particolare, il calcio era ampiamente giocato in strada e oggi i social continuano a invocare la necessità di tornare in strada, per una versione meno restrittiva, gratuita e accessibile a tutti.
Un grande esponente di questa affermazione è Calciatori sporchi (calciatori cattivi), una delle piattaforme social di maggior successo oggi. Con Erreà i due sponsorizzano il Partite di calcio di strada (Partite di calcio in strada) che interesseranno diverse città d’Italia, a partire da giugno con Capo d’Orlando (Sicilia). Chissà se gli italiani torneranno al loro vecchio amato calcio di strada nel prossimo futuro.
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