Senza Berlusconi cambierà politica, in Italia è in Europa – Euractiv Italia

La morte di Silvio Berlusconi ha colpito, tra l’altro, la grande differenza con cui i media italiani e stranieri hanno coperto l’evento. Gli organi di stampa internazionali ricordano l’uomo che racconta tutte le controversie politiche, economiche, giudiziarie e personali che hanno contrastato la sua vita, prima come imprenditore, poi come personaggio governativo, e i media italiani all’annuncio della sua morte Hanno scelto di estaltarne in gran parte il azioni, ponendo in secondo piano quegli aspetti problemi che tuttavia hanno segnato profondamente la sua storia.

Il principale contributo che il presidente di Forza Italia ha lasciato all’Italia è consistito nell’invenzione del populismo politico contemporaneo: con lui la politica ha abbandonato fino a questo momento ogni forma di intermediazione, così come l’apparato del partito e l’informazione, di cui certamente per politica e servì anche prima, pur mantenendo precise distanze.

L’onnipresenza imprenditoriale dell’imprenditore Berlusconi gli ha permesso di dominare i principali settori dell’economia italiana, di cui i suoi giornali, i suoi canali radiofonici e televisivi erano un motore di crescita, consentendo al politico Berlusconi di ignorare le sue intenzioni. che chiede a tutti i suoi predecessori di essergli sempre al servizio.

Berlusconi ha inventato un nuovo modo di fare politica, ha distrutto tutti gli altri: con lui la personalizzazione della politica ci ha definitivamente sostituito nella parte concettuale e ideologica che caratterizzò i maggiori partiti europei del secondo dopoguerra.

Il partito post-ideologico è passato al partito-azienda e, infine, al partito personale, per il leader e il movimento e viceversa, perché è vero che il primo non esiste nemmeno il secondo. La migliore prova della differenza tra diverse modalità di intenzione Politica dei partiti Questo è il conflitto tra CDU e Forza Italia: la prima ha vissuto negli ultimi 30 anni cambi storici al vertice, da Helmut Kohl ad Angela Merkel e, infine, a Friedrich Merz, senza che questo partito smetta di esistere perché abbiamo sempre avuto una conoscitore; dal momento in cui si è arrivati ​​alla morte del suo ideatore e mecenate, l’Italia si interroga – e con preoccupazione – sul futuro del movimento fondato da Berlusconi, volutamente caratterizzato da simboli e nomi molto più consoni ad un tifo da Lo stadio ha una valenza nazionale organizzazione con l’obiettivo di convertire il consenso in potere politico.

Perché Forza Italia è senza dubbio il dominio farsi più importante in quel momento, perché la risposta può condizionare profondamente gli equilibri politici non solo degli italiani, ma anche degli europei. Nella rete delle intemperanti procure dell’Est, abbiamo notato il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, che durante una riunione plenaria dell’Europarlamento Berlusconi è stato paragonato al capo di un campo di concentramento nazista, o ad Angela Merkel, assente dal Capo del Governo Italiano per presenziare alla conclusione della sua telefonata a margine di un vertice europeo davanti alle telecamere dei media mondiali, Berlusconi ha incarnato almeno ufficialmente la posizione della destra liberal-conservatrice, ma non radicale, europea fino al i suoi interessi economici non erano messi in discussione nella discussione di Bruxelles.

È vero, d’altronde, che il sentimento del partito postfascista lanciato da Berlusconi nel 1993, e che il governo di Roma non vuole che alla guida del partito postfascista Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, la L’antieuropeismo è sempre stato una bandiera strategica, sin da quando è diventato presidente del Consiglio italiano e si è trovato invischiato nella guerra in Ucraina al fianco di Nato e Ue.

Forza Italia è stata considerata in Europa come garante del filoeuropeismo della destra italiana, in una sostanziale continuità per tutti i governi italiani dal 1994 a oggi, ed è per questo che il confronto con il suo leader è oggi un problema centrale per i futuri leader europei. . assetti politici. Non è un segreto per i popoli europei che devono lavorare per costruire una nuova maggioranza all’interno del gruppo dei conservatori e riformatori europei, il cui leader è Giorgia Meloni, il cui progetto in questo progetto dovrebbe aggiungersi anche ai liberali di Renew, sostituendo la grande coalizione con i socialisti.

La tua ipotesi, però, prevede che la destra moderata italiana, incarnata da Forza Italia, sia presente e presente nel settore del DPI. Il paragone di Berlusconi colloca questo scenario nel suo ciclo di discussioni, perché nessuno può garantire cosa accadrà al partito personale europeo per eccellenza: lunedì i giornali italiani hanno iniziato a speculare sui nomi che potrebbero sostituire il fondatore del partito, ma in La vera questione della vita è se Forza Italia sopravviverà al suo creatore.

Per gli italiani Berlusconi era il loro partito e viceversa: non è facile immaginare un voto di potere per un movimento che, se il suo leader è il prossimo, non può restare lo stesso in città e sta in uno Stato da trent’anni. Quindi, la vera incognita sarà capire che Forza Italia continua ad esistere, oppure potrà optare per una confluenza consapevole e in un altro partito della stessa area, che potrebbe benissimo essere Fratelli d’Italia.

Per il progetto di rafforzamento del PPE, ciò imporrebbe una revisione della strategia: non solo un’alleanza con conservatori e moderati, ma soprattutto un ingresso diretto tra il popolo europeo della Meloni, del suo partito e soprattutto del suo pacchetto dei seggi europei. , che in caso di fusione tra Forza Italia e Fratelli d’Italia potrebbe arrivare fino a 30 unità. Per chi vede favorevolmente questa strategia, si tratterebbe di una soluzione “win-win”: il PPE crollerebbe in Italia alla perdita di consenso (ndr Eurodeputati) che Forza Italia stava subendo da alcuni anni a questa parte, mentre Giorgia Meloni dedicherebbe a diventare il leader della zona conservatrice in uno dei paesi fondatori dell’Ue, con la possibilità di condizionare l’agenda della prossima legislatura europea molto più di quanto potrebbe fare la leadership dei conservatori e riformisti.

Questa strategia sostiene con forza l’ala destra del PPE, inserisce nella serie di discussioni per la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione, e porta nel comitato ristretto dei decisori di Bruxelles una forza politica che storicamente ha fatto L’euroscetticismo e il populismo nazionalista sono elementi chiave del proprio programma politico.

La NATO e le alleanze filo-Ucraina non sono le principali in discussione, ma il loro dossier riguarda la riforma del regime di stabilità, il Green Deal, l’impegno dell’Unione, la politica migratoria e più in generale. Nel rafforzare il processo di integrazione e solidarietà europea, Fratelli d’Italia è sempre stato più vicino a Viktor Orban, Marine Le Pen, Mateusz Morawiecki e Matteo Salvini, che a Emmanuel Macron e Olaf Scholz.

In generale, un’Unione Europea con Meloni al posto di Berlusconi nel PPE aumenterebbe di fatto l’importanza del Consiglio, e quindi diminuirebbe l’influenza dell’Europa e il voto dei cittadini, con i governi nazionali a definire l’agenda della prossima legislatura. molti altri quanto non sono accaduti fino ad ora. Il confronto con Silvio Berlusconi ha mostrato tutta la sua aperta potenza, e chi erediterà il nostro ruolo sarà fondamentale non solo per Roma, ma anche per l’Unione Europea, le cui aspirazioni riformatrici rischiano di ridursi drasticamente in futuro.

Attilio Trevisan

"Appassionato sostenitore di Internet. Appassionato di musica pluripremiato. Fanatico del caffè. Studioso di social media per tutta la vita."

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *