Venerdì 7 aprile 2023, 16:11
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Mettere in pratica le idee attualmente in discussione su una possibile riduzione dei contributi socio-sanitari sarebbe come piantare l’ultimo chiodo nella bara dei servizi pubblici, avverte CNA Cartello Alfa.
Il problema principale in Romania non è l’eccessivo livello di tassazione, ma la distribuzione profondamente iniqua del carico fiscale, affermano i sindacati.
E a causa dell’aumento del grado di precarietà del sistema sanitario pubblico, ne soffrirebbero tutte le persone a basso reddito, che non possono permettersi di accedere ai servizi sanitari privati.
Sistemi già sottofinanziati
La Confederazione Nazionale Sindacati Cartello ALFA si oppone fermamente alla riduzione dei contributi previdenziali e chiede il ritorno a un sistema contributivo equilibrato tra lavoratore e datore di lavoro.
I lavoratori sostengono il grosso dello sforzo finanziario per finanziare i servizi pubblici: il 35% del loro stipendio, mentre la media europea è del 15%, e in Paesi come Belgio, Italia, Spagna, Finlandia, Svezia, i lavoratori pagano ancora meno, il resto gli oneri essendo a carico del capitale (datori di lavoro), si specifica in un comunicato stampa.
Nel mondo politico, come nello spazio pubblico, si discute l’idea di una riduzione dei contributi sociali, la proposta più recente è la riduzione del contributo sociale e dell’assicurazione sanitaria (CASS) dal 10% al 5%.
Altre iniziative parlamentari mirano a ridurre il TAS (assicurazione pensionistica) dal 25% al 20% oa limitare il pagamento del contributo sanitario.
Entrambi i sistemi – sia la sanità che le pensioni – sono precari, sottofinanziati e segnati dalla disuguaglianza, e tali mosse li rendono solo più precari, sostiene la fonte citata.
chi vincerebbe
L’accesso ai servizi pubblici per le persone a basso reddito sarà ancora più difficile di quanto non sia attualmente.
Se consideriamo la struttura reddituale della popolazione, ne soffriranno quasi tutti i cittadini, vincendo una ristretta categoria di privilegiati, quelli con redditi alti e altissimi, che potranno sostenere i costi del sistema privato, così come il privato operatori, dicono i sindacalisti.
La situazione è simile per quanto riguarda la contribuzione al fondo pensione. Dato che il livello delle pensioni degli attuali pensionati è così basso (ad eccezione di alcune categorie privilegiate, esentate dal principio contributivo), e che si prevede un aumento del numero dei beneficiari nei prossimi anni, ogni proposta volta a ridurre il livello di contribuzione, senza indicare un’altra fonte di finanziamento, nasconde infatti l’intenzione di distruggere completamente il sistema pubblico e di sostituirlo con un sistema finanziato e gestito dal settore privato.
La Romania non ha un problema con l’alta tassazione, ma con la distribuzione ineguale del carico fiscale, affermano i sindacati.
CNS Cartel ALFA ha dimostrato nella sua denuncia all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) che il modo in cui il carico fiscale è posto in Romania viola le disposizioni della Convenzione 102 relativa agli standard minimi di sicurezza sociale, ratificata.
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