Salvini mette in dubbio le sanzioni alla Russia: “Danno alle imprese e alle famiglie”

Il capo della Lega, che ha sempre mantenuto una posizione ambigua nei confronti del Cremlino, assicura che questo tipo di punizione “non funziona”.

Le sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina stanno dividendo il centrodestra italiano, che secondo tutti i sondaggi vincerà le elezioni del 25 settembre, osserva la pubblicazione ABC. Matteo Salvini, leader della Lega, mette in dubbio la loro efficacia e dice che vanno rivisti, perché alla fine le sanzioni fanno male agli italiani.

Nel suo intervento al forum economico Casa Europea-Ambrosetti di Cernobbio, nel nord Italia, alla presenza dei più importanti esponenti del mondo economico e politico, Salvini ha espresso questa domenica i suoi dubbi sulle sanzioni: «Non lo faccio a chi entrare in un altro paese in carri armati, ma come futura forza governativa, mi chiedo se quello che stiamo facendo non stia servendo a danneggiare coloro a cui vogliamo fare del male”.

Prima della tavola rotonda che ha riunito i vertici dei sei principali partiti del Paese, il leader della Lega ha spiegato a una radio perché dubita dell’efficacia delle sanzioni: “Sono passati diversi mesi e la gente paga il doppio o quadruplo conto , mentre la guerra continua e le casse della Federazione Russa sono piene di soldi”.

Salvini, che in passato ha mostrato grande ammirazione per Putin, ha citato l’opportunità di alleggerire le sanzioni. Il suo motto è generalmente lo stesso: “Prima gli italiani”. In un tweet, ha detto che le sanzioni erano fallite: “Le sanzioni funzionano? ripensare la strategia è la chiave per salvare posti di lavoro e imprese in Italia”, ha scritto il leader della Lega.

Ma a Cernobbio Salvini si trova isolato.

La sua alleata di coalizione, Giorgia Meloni, che potrebbe diventare la prima donna capo di governo italiana alla guida della Fratellanza d’Italia, che è in testa a tutti i sondaggi, si è espressa a favore della linea dell’Unione europea perché è una questione di “credibilità” e allo stesso tempo economica per l’Italia, considerando che l’80% dell’export viene effettuato con l’occidente.

“Se l’Italia si ritira dai suoi alleati, non cambierà nulla per l’Ucraina, ma per noi cambierà”, ha detto Meloni.

Fratelli d’Italia è stato l’unico grande partito a non far parte del governo di unità nazionale di Mario Draghi. Ha fatto una forte opposizione, che lo ha favorito elettorale, ma in politica estera Meloni si è allineato alla politica atlantista di Draghi, sostenendo sanzioni e consegne di armi all’Ucraina. Enrico Letta, segretario del Pd, ha criticato in particolare la posizione di Salvini sulle sanzioni contro Russia.

“Non credo che Putin l’avrebbe detto meglio”, ha risposto Letta, che guida la coalizione di sinistra. Totalmente isolato alla tavola rotonda del Forum Ambrosetti, con un intervento accolto freddamente dal mondo imprenditoriale, Salvini ha in parte corretto la sua contrarietà alle sanzioni imposte alla Russia: «Manteniamole – ha detto Salvini – perché toglierle sarebbe segno di fallimento “, ma ha chiesto “uno scudo europeo per evitare un massacro economico”.

Fonte: RADIO

Tarso Mannarino

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