Le vacanze di oggi del 20 settembre – San Eustazio Grande Martire e sua moglie Teopisti e i loro due figli: Agapio e Teopisto
Ortodosso
San Grande Mc. Eustazio e sua moglie Teopisti, con i loro due figli: Agapio e Teopisto
greco-cattolico
Santi M. Eustatio e Teopisto con i loro figli Agapio e Teopisto
cattolico
SS. Martiri della Corea
Il santo grande martire Eustazio e sua moglie Teopisti, così come i loro due figli, Agapio e Teopisto, vengono commemorati nel calendario cristiano ortodosso il 20 settembre.
San Eustazio Grande Martire (Plachida – il nome prima del battesimo) fu un comandante dell’esercito al tempo dell’imperatore Traiano (98-117), proprietario di una grande fortuna, virtuoso ma anche misericordioso verso i poveri.
«Pur essendo stato un idolatra con fede, nella sua vita mostrò cose cristiane, dando da mangiare agli affamati, vestendo gli ignudi, aiutando chi era in pericolo e liberando molti dai legami e dalle prigioni. E questo gli piaceva di più quando faceva del bene a qualcuno, aiutandolo quando era in pericolo, che quando vinceva con le sue mani i suoi nemici. Era come un altro Cornelio, di cui parlano gli Atti degli Apostoli, perfetto in ogni bene, tranne che non ebbe la santa fede, che in Nostro Signore Gesù Cristo, senza il quale tutte le cose buone sono morte. E aveva una moglie di buone opere, come lui, dalla quale diede alla luce due figli. Plachida e sua moglie erano molto buoni e misericordiosi con tutti. Tutto ciò di cui aveva bisogno era conoscere uno solo, il vero Dio, che egli, senza conoscerlo, onorava con beni». (Vite dei santi)
Fu guidato da un miracolo divino da un prete cristiano, per essere battezzato da lui, e gli avrebbe insegnato la via della salvezza. Dal santo battesimo, Plachida ricevette il nome Eustatia, così come sua moglie Théopiste e i loro figli: Agapie e Théopiste. Condividendoli con i Santi Divini Misteri, il sacerdote li ha benedetti con la pace.
“E tornarono alla loro casa, nata dalla vasca battesimale, e pieni di gioia indicibile, perché il dono di Dio illuminava le loro anime e inteneriva i loro cuori, tanto che sembrava loro di essere in cielo e non sulla terra”. (Vite dei santi)
Dopo il battesimo, per volontà di Dio, grandi prove, povertà e molto dolore caddero sul santo grande martire Eustazio.
Con tutta la sua famiglia, la moglie Teopisti e i due figli Agapio e Teopisto, sant’Eustazio soffrì come un altro Giobbe che diceva: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto”. Come il Signore voleva, lo ha fatto. Sia benedetto il nome del Signore (per sempre)” (Giobbe 1:21).
Perse le sue ricchezze, sua moglie fu fatta prigioniera e i suoi figli si persero in luoghi selvaggi e desolati.
Fu tentato dai pericoli, secondo la parola di Cristo Dio. Perché senza sofferenza e senza croce nella vita non c’è salvezza: «La parola della croce, per quelli che stanno per morire, è follia; e per noi che siamo salvati è potenza di Dio», dice il santo apostolo Paolo (1 Corinzi 1,18).
Eustate visse quindici anni, in umiltà, come guardiano delle terre del popolo, in un villaggio dell’Egitto. Riconosciuto in questa forma da due soldati romani, inviati dall’imperatore Traiano a cercarlo per i villaggi e le città dell’impero, fu portato a Roma ed elevato alla sua antica dignità.
Finalmente incontra sua moglie e due figli.
Quando l’imperatore Traiano morì, durante il regno dell’imperatore Adriano (117-138), il santo martire Eustazio e la sua famiglia furono costretti a fare sacrifici agli dei.
Disobbedendo ai comandamenti, furono condannati ad essere bruciati vivi in un idolo di bronzo infuocato.
“E sant’Eustazio, quel famoso e valoroso soldato dell’antichità, si recò al luogo della vista, con il suo popolo condannato a morte, e non si vergognarono di tale disonore, né ebbero paura della morte di Cristo, che avevano iniziato servire nella fede, così arrivarono ad avere fede con orgoglio e con gradita ubbidienza, confessando il suo santo nome davanti a tutti gli uomini ed egli rafforzò la sua onesta moglie e i suoi figli diletti affinché non temano la morte vivificante per il Signore di tutti, così si rafforzarono a vicenda con le parole e con la speranza della ricompensa futura, e andarono verso la morte come a un banchetto». (Vite dei santi)
Sant’Eustazio, sua moglie e i suoi figli donarono le loro anime in questa fornace, stando in preghiera, ma rimasero completamente intatti dal fuoco. I corpi, che sembravano ancora vivi e addormentati, furono portati via dai cristiani dopo tre giorni. (fonte: vol. “Vite dei Santi”)