Rumeni in Italia, in cifre

– Quanti sono, cosa fanno, quanto guadagnano, come vivono i rumeni in Italia e quanti soldi mandano nel Paese? Quanti sono occupati, quanti sono in pensione e quanti studiano? Al di là delle storie che abbiamo raccolto sul posto, le statistiche raccolte in questi anni da ricercatori italiani e rumeni ci aiutano a capire meglio la nostra diaspora –

Una persona lascia la Romania ogni 5 minuti!

Foto: Shutterstock – 4

Negli ultimi 30 anni, tra il 1990 e il 2020, la Romania ha perso circa 3 milioni di cittadini. Praticamente ogni giorno almeno 275 persone lasciano definitivamente il nostro Paese, in media una persona ogni 5 minuti! Oggi la diaspora romena nel mondo conta quasi 4 milioni di persone, il 53% delle quali sono donne. Su cinque rumeni, quattro vivono nel paese e uno all’estero. 1 milione di questi rumeni vive in Italia.

Riemigrazione: i rumeni si trasferiscono nel nord Europa

Dopo l’ingresso del nostro Paese nell’Unione Europea, tra il 2008 e il 2020, la presenza rumena in Italia è quasi raddoppiata (+83%), mentre in Spagna è rimasta pressoché invariata (-8%). Incrementi significativi si registrano, invece, in Danimarca (13 volte), Germania (8 volte) e Paesi Bassi (5 volte). Secondo gli specialisti ci sono anche casi di re-emigrazione dai Paesi più colpiti dalla crisi del 2009-2010 verso i Paesi più dinamici del nord Europa.

7,5 miliardi di dollari all’anno: soldi mandati a casa dai rumeni!

Rumeni in Italia, in cifre

Nel 2020, secondo la “Banca mondiale”, il volume di denaro inviato nel Paese, attraverso canali ufficiali, da immigrati rumeni, ha raggiunto i 7,5 miliardi di dollari, ovvero il 3% del prodotto interno lordo (PIL) annuo dalla Romania. Questo volume si è moltiplicato per più di 10 negli ultimi 10 anni e, tuttavia, è largamente sottovalutato, perché buona parte di questo denaro passa attraverso canali informali, che non si possono contare. Solo in Italia, nell’anno di riferimento 2020, sono stati inviati oltre 600 milioni di euro (!), secondo la Banca d’Italia.

Sempre più rumeni ricevono la cittadinanza italiana

Il numero di rumeni che ottengono la cittadinanza italiana aumenta ogni anno: nel 2020 sono stati naturalizzati 11.449 rumeni, di cui il 57,9% donne. Nel periodo 2008-2020, 90.000 cittadini rumeni hanno ottenuto la cittadinanza italiana. A livello di Unione Europea, nello stesso periodo, più di 300.000 rumeni sono diventati cittadini di uno degli Stati membri, di cui un terzo ha optato per l’Italia. Nel 2019, un certo numero di 3039 donne rumene ha sposato un italiano (il 17% del totale delle unioni matrimoniali concluse da italiani con donne straniere) e 308 donne italiane hanno scelto, nello stesso anno, un uomo rumeno.

10.000 studenti rumeni nella Penisola

Nel 2019 sono stati registrati in Italia quasi 12.000 neonati di nazionalità rumena, ai quali si aggiungono i bambini italiani nati da coppie miste italo-rumene (3.711 con padre italiano e 725 con madre italiana), su un totale di 16.355 nati di almeno un genitore rumeno. All’inizio del 2020 il numero dei minori rumeni superava i 250.000, per quanto riguarda gli studenti iscritti alle scuole italiane, cresce il numero dei bambini rumeni: oltre 150.000, il numero degli studenti rumeni iscritti alle università italiane sfiora i 10.000, più oltre l’80% di loro consegue il diploma di maturità in Italia! La presenza dei rumeni è in aumento anche nelle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreografica. Negli ultimi 10 anni, quasi 2.500 rumeni si sono iscritti ad accademie e conservatori.

1 milione di rumeni in Italia, 150.000 a Roma

Al 1 gennaio 2021, i dati forniti dal censimento italiano mostrano i rumeni come la comunità più numerosa, con 1.076.412 persone, che rappresentano un quinto del numero totale di stranieri. La graduatoria delle province secondo il criterio numerico vede Roma (152.000 residenti rumeni) davanti a Torino (88.000) e Milano (48.000). I rumeni hanno una forte attrazione per le aree urbane, principalmente le città industriali del Triveneto e del nord Italia, oltre che per la capitale e altre città del centro Italia.

600.000 rumeni, lavoratori con documenti regolari

I database italiani riportano oltre 600.000 lavoratori rumeni per l’anno 2020, di cui 128.000 coinvolti in attività domiciliari. Tra il 2010 e il 2020, il numero di posti di lavoro nelle professioni qualificate è aumentato del 40% e per i dipendenti pubblici del 76%. D’altra parte, la grande presenza di lavoratori edili espone i rumeni al rischio di infortuni Nel 2020, più di 15.000 lavoratori rumeni hanno subito infortuni sul lavoro; in 46 casi, hanno provocato la morte…

Quanto guadagna un rumeno in Italia?

Il livello medio di remunerazione dei dipendenti rumeni varia a seconda del tipo di attività svolta. Un bravo rumeno guadagna in media 6.378 euro all’anno, e una babysitter quasi 9.000 euro. Un lavoratore rumeno guadagna, in media, 15.000 euro all’anno, mentre un dipendente pubblico, più di 18.000.000 euro ciascuno, all’anno. Pochi rumeni in Italia beneficiano attualmente di una pensione (28.679 nel 2020, di cui il 59,9% sono donne, che percepiscono, in media, un importo di circa 8.000 euro annui). Un aspetto positivo dell’evoluzione della comunità romena in Italia è l’aumento del numero di imprenditori. Nel 2020 c’erano oltre 50.000 imprenditori nati in Romania, di cui oltre 30.000 nel settore edile.

– Informazioni raccolte dal volume “Half Roots”. 30 anni di immigrazione rumena in Italia”, a cura dell’Istituto di Studi Politici “S. Pro V” e il Centro Studi e Ricerche IDOS – coordinatori Miruna Căjvăneanu, Benedetto Coccia e Antonio Ricci –

Cipriano Rus

Giornalista, formatore e analista dei media. Ha debuttato nel 1997 e ha lavorato nella stampa studentesca fino al 2001, dopodiché ha continuato il suo lavoro presso “Monitorul de Cluj”, dove è stato alternativamente reporter, redattore ed editore. Nel 2008 è stato assunto nel trust Ringier, come caporedattore della testata “Compact”, poi come responsabile dei contenuti online per il sito capital.ro e come vicedirettore del settimanale “Capital”. . Dal 2010 è inviato del settimanale “Formula AS”.

Nerio Baroffio

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