Rumena dall’Italia: sono andata all’ANAF e ho scoperto cosa fare per evitare di pagare le tasse anche in Romania | Il Rotaliano


Migliaia di contribuenti rumeni sono stati informati che dovevano versare all’ANAF diverse somme per l’assicurazione sanitaria. Il fisco non ha dato molte spiegazioni e ha fissato il 30 giugno come termine ultimo per il pagamento. I rumeni che avevano redditi molto bassi, provenienti da dividendi o interessi bancari, così come quelli che lavoravano all’estero, si sono rivelati bravi a pagare.

Ad esempio Marcela Marchidan, che vive all’estero e si è stabilita in Italia da molti anni, ma che aveva un conto corrente aperto in Romania nel 2015. Oggi, dopo 4 anni, apprende dall’ANAF che deve versare allo Stato la somma di 348 euro. lei, assicurazione sanitaria per il rispettivo anno. Nel caso di Marcela, migliaia di rumeni hanno scoperto di dover pagare il contributo sanitario statale corrispondente al salario minimo dell’economia, anche se il loro reddito era molto basso o se si trovavano all’estero.

Marcela si è presentata personalmente all’ufficio dell’amministrazione fiscale rumena in Romania e da lì ci ha inviato:

“Sono andato all’ANAF e mi hanno chiesto solo il certificato di residenza fiscale ricevuto dall’Agenzia delle Entrate in Italia, tradotto e legalizzato, senza apostille. Mi hanno detto che bastava questo documento per dimostrare che avevo la residenza fiscale all’estero quell’anno e quindi non ho dovuto pagare nulla allo Stato rumeno. È necessario solo questo documento!”

Per non risvegliarsi con altre sorprese, Marcela ha presentato all’ANAF anche i certificati di residenza fiscale per gli anni 2016 e 2017.

Di seguito, il certificato di residenza fiscale rilasciato dall’Agenzia delle Entrate che la rumena ha presentato all’ufficio ANAF in Romania e che la esenta dal pagamento delle tasse allo stato romeno:
Tuttavia, il 14 maggio, il governo rumeno ha concesso un condono fiscale ai privati, con il quale ha deciso che 600.000 persone sarebbero state esentate dal pagamento della CASS. Si tratta di coloro che hanno redditi inferiori al salario minimo e che hanno accumulato debiti in termini di contributi sanitari nel periodo 2015-2017.

Beneficeranno della sanatoria anche le persone che in questi anni non hanno avuto alcun reddito. Coloro che hanno già contribuito potranno, su richiesta, riavere indietro i propri soldi.

Eugen Teodorovici, ministro delle Finanze: “Per coloro che hanno versato questi contributi a seguito delle decisioni fiscali, tali importi potranno essere recuperati sulla base di una richiesta che può essere avanzata sia tramite lo spazio virtuale che tramite richiesta scritta. Le somme possono essere richieste di rimborso oppure possono essere trattenute a livello statale per eventuali risarcimenti.

Selene Blasi

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