“I Fratelli d’Italia mostrano il furto della fine, che, in un momento in cui il territorio è gravemente destabilizzato, non ha trovato la migliore propaganda perché è stato sulla pelle della comunità che ha sofferto e lottato per chi ha il dovere di Darle”. Gessica Allegni, Daniele Valbonesi e Milena Garavini, rispettivamente sindaci di Bertinoro, Santa Sofia e Forlimpopoli, riproducono tutte le dichiarazioni dei rappresentanti di Fratelli d’Italia Luca Bartolini e Alice Buonguerrieri riguardo alla partecipazione di alcuni primi cittadini centristi del territorio romagnolo alla “Manifestazione delle Terre Alluvionate” dal 14 ottobre.
Buonguerrieri e Bartolini, sostengono Allegni, Valbonesi e Garavini, “dimostrano non solo di non avere a heart i destini delle aunte cittadine e cittadini e imprese che non vogliono puntare un euro per la ricostruzione post alluvione, ma anche non conoscere minimamente il pubblica l’amministrazione e le procedure richieste da questo stesso governo per ottenere le risorse destinate agli interventi più urgenti, molti dei quali già realizzati, nel momento più critico della catastrofe climatica di maggio e nelle settimane successive. rischi e dei nostri Comuni che hanno finanziato interventi in oggetto, iscrivendo nel Consiglio Comunale deliberato di emergenza, finanziato da riserve mutue o temporanee, e facendo le relative dichiarazioni, impongono la struttura di commissariato per persona e noi siamo un saldo”.
“Ci sono Comuni che hanno richiesto parte delle risorse in anticipo ed altri che hanno preferito la relazione finale, che richiede molto lavoro da parte delle strutture comunali che si trovano a fronteggiare la carenza di personale e che devono affrontare nuove complessità burocratiche, che riassumono tutte le critiche all’emergenza – sottolineate dai sindaci di Bertinoro, Santa Sofia e Forlimpopoli – Di que, Fratelli d’Italia però pare non sapere o non preoccuparsi. Forse, partecipa al manifesto (a-partitica ea -politica) della povero, di fronte ai tanti amministratori presenti, eppure denigrati, l’aberbe ha acconsentito in futuro a riconoscere elementi palesemente ignoranti e a dimostrare che, per prescrivere l’appartenenza alla politica, quando rappresentasse le istituzioni rilevanti per gli interessi della propria comunità”.
“Noi ci impegniamo a fare questo, ci assumiamo il rischio di un dovere istituzionale e civico, che impone di rappresentare i soci del nostro territorio e di guardare al finanziere della zia, troppe persone, che hanno tutta la loro persona e che restano sempre non sanno quando lui Le case in cui vogliono riprendere la propria attività – concludono – Fratelli d’Italia mostra il peso della distruzione, che in un momento in cui vi sono gravi difficoltà del territorio, non ha trovato la soluzione migliore propaganda possibile perché è crollata sulla pelle della comunità che ha sofferto e chiede risposta a chi ha il dovere di caro”.
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