Riconoscimento dei rumeni come minoranza nazionale in Italia. Rappresentanti del Governo di Roma, discussioni al Parlamento romeno

I membri del Gruppo Parlamentare di Amicizia con la Repubblica Italiana hanno partecipato martedì 17 gennaio a un incontro con i rappresentanti di una delegazione della Repubblica Italiana guidata da Giorgio Silli, Segretario di Stato per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale. Nel corso di tale incontro i deputati rumeni hanno appoggiato la proposta con la quale si chiede ufficialmente allo Stato italiano di riconoscere i rumeni come minoranza nazionale.

Rappresentanti del governo a Roma hanno partecipato l’altro giorno a un incontro con i membri del gruppo parlamentare di amicizia con la Repubblica italiana. All’incontro tenutosi presso il Parlamento rumeno ha partecipato anche Giorgio Silli, Segretario di Stato per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale.

Durante la discussione sono stati affrontati diversi aspetti importanti riguardanti i diritti dei rumeni in Italia. Inoltre, la delegazione rumena ha sottolineato, attraverso la voce del deputato Antonio Andrușceac (AUR), l’importanza della decisione che i rumeni in Italia siano ufficialmente riconosciuti dallo Stato italiano come minoranza nazionale.

Secondo i funzionari rumeni, questa decisione è naturale ed è supportata dalla struttura della popolazione in Italia e dal fatto che i rumeni rappresentano una delle più grandi minoranze nello stato italiano.

“La comunità dei rumeni in Italia è importante per lo Stato italiano, ma anche per il nostro Paese, perché contribuiscono in modo essenziale al Pil della Romania grazie a quanto inviano al Paese. (…) La domanda principale a cui mi rivolgo Lei è che lei trasmetta al Governo italiano e al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni la nostra richiesta di tener conto in un prossimo futuro del problema della minoranza romena e del suo riconoscimento, come è avvenuto per molte altre minoranze minori dal punto di vista numerico di vista, perché è un passo in ciò che significa sia reciprocità, sia soprattutto relazioni normali e amichevoli”, ha affermato il deputato Antonio Andrușceac.

Oltre un milione di rumeni vive ufficialmente in Italia, la più grande comunità di migranti del paese

Secondo un comunicato stampa dell’Istituto nazionale di statistica italiano, i rumeni rappresentano la più grande comunità di emigranti della penisola.

All’inizio del 2022 vivevano in Italia circa 1.083.771 rumeni, che rappresentano il 21,54% di tutti gli emigrati da questo Paese. Seguono albanesi (419.987) e ucraini (225.307). Si tratta in realtà di un leggero aumento rispetto all’anno precedente quando in Italia vivevano 1.076.412, mentre nel 2020 c’erano 1.145.718 rumeni e nel 2019 – 1.143.859.

Per quanto riguarda la ripartizione per regioni, la maggior parte dei rumeni vive nel Lazio (196.473), Lombardia (170.871) e Piemonte 133.356.

Per quanto riguarda la distribuzione per genere, si registra una quota maggiore di donne: 616.516, la presenza degli uomini è 467.255.

Claudiu Stănășel, ha sostenuto gli sforzi per il riconoscimento della minoranza nazionale romena in Italia

Il Vicepresidente del Consiglio Comunale di Prato Claudiu Stănășel si attiva per il riconoscimento della minoranza nazionale romena in Italia. Modificando una legge del 1999, i romeni potrebbero essere riconosciuti come minoranza linguistica protetta dalla Costituzione italiana, insieme ad altre minoranze quali albanese, catalana, greca, slovena, croata e francese.

Qualora si ottenga il riconoscimento della minoranza nazionale dei romeni in Italia, la comunità romena potrebbe accedere direttamente ai fondi dello Stato italiano.

“Più in particolare, si tratta di un approccio politico per modificare un atto normativo del 1999 – Legge 482 – che contiene il “Regolamento sulla protezione delle minoranze storico-linguistiche”. Modificando questa legge, i rumeni potrebbero diventare una minoranza linguistica riconosciuta e tutelata da la Costituzione della Repubblica Italiana, come altre minoranze tra cui: albanese, catalana, greca, slovena, croata e francese. Oggi la lingua romena è la seconda lingua parlata sul territorio della penisola dopo l’italiano”. Spiegare Stanășel.

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Tarso Mannarino

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