Le vampate di calore sono spesso sintomi associati alla menopausa, ma uno studio recente mostra che potrebbero essere più pericolosi di quanto si possa immaginare. Secondo la CNN, uno studio ha collegato vampate di calore, morbo di Alzheimer e malattie cardiovascolari.

Per questo studio sono stati eseguiti e ricercati esami del sangue. Questi provenivano da donne il cui sonno e sudorazione venivano monitorate durante la notte. Nello studio sull’Alzheimer, i ricercatori hanno esaminato una proteina specifica, l’amiloide-beta 42/40, che Istituto Nazionale di Sanità ha detto che svolge un ruolo importante nella patologia del morbo di Alzheimer.

“Questa è la prima volta che la scienza dimostra che le vampate di calore sono associate ai biomarcatori della malattia di Alzheimer”, ha affermato la dottoressa Stephanie Faubion, direttrice medica della Menopause Society for CNN.

Le vampate di calore sono sintomi specifici della menopausa, segnalano la fine del ciclo mestruale e sono caratterizzate da un’improvvisa sensazione di calore, accompagnata da un’eccessiva sudorazione, per lo più notturna, scrive Clinica Mayo. La Mayo Clinic rileva inoltre che l’età media della menopausa negli Stati Uniti è di 51 anni, ma i sintomi possono comparire molto prima.

“Abbiamo scoperto che la sudorazione notturna è associata al profilo beta-amiloide 42/40, indicando che la sudorazione notturna può essere un indicatore del rischio di malattia di Alzheimer nelle donne”.Lo ha detto alla CNN la dottoressa Rebecca Thurston, professoressa di psichiatria, epidemiologia e psicologia all’Università di Pittsburgh.

Inoltre, le vampate di calore possono indicare la presenza di malattie cardiovascolari. Per lo studio sono stati utilizzati esami del sangue e dati di monitoraggio del sonno. I ricercatori hanno notato la presenza di proteina C-reattiva, che secondo la Mayo Clinic è una risposta del fegato all’infiammazione che può indicare un aumento del rischio di malattie cardiovascolari.

I ricercatori suggeriscono che le vampate di calore non sono una causa dell’Alzheimer o di malattie cardiovascolari, ma piuttosto un loro indicatore.