Il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani è in visita ufficiale in Cina. La prima parte della missione sarà dedicata agli impegni culturali.
Antonio Tajani ha partecipato alla messa domenicale nella cattedrale Nord dei sacerdoti salesiani a Pechino e ha visitato la tomba di padre Matteo Ricci, matematico, cartografo e sinologo gesuita. In contemporanea ha visitato la mostra “La luce dell’antica civiltà romana: capolavori dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli”.
Lunedì, prima degli incontri istituzionali, il ministro visita la Città Proibita, il Museo Nazionale e la mostra “Autoritratti: capolavori dagli Uffizi” e la collezione “Cina Antica”.
Il vice primo ministro italiano presiede insieme al suo omologo cinese Wang Yi l’undicesima sessione plenaria del Comitato intergovernativo Italia-Cina, la prima dal 2020, al termine della quale avrà incontri bilaterali con il leader cinese, rappresentanti diplomatici e con il ministro del Commercio Wang Wentao, secondo Rai News.
Media cinesi: la visita di Tajani dimostra la volontà di collaborare
La visita in Cina del Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri Antonio Tajani dimostra che l’Italia spera di continuare a trarre vantaggio dalla cooperazione economica e commerciale con la Cina, nonostante le voci che screditano la Belt and Road Initiative, la nuova Via della Seta e le rinnovate esitazioni nel rinnovare il documento di cooperazione. scrive il cinese Global Times, il tabloid People’s Daily.
La Belt and Road Initiative (BRI), aggiunge il Global Times, “è un piano di cooperazione a lungo termine che porterà molte opportunità all’economia italiana” ed “è essenziale che la parte italiana incontri la Cina in un punto di equilibrio nel ricercare un equilibrio tra Cina e Cina”. cooperazione economica, invece di limitarsi a massimizzare i propri interessi”.
Su invito del ministro degli Esteri cinese Wang Yi, Tajani sarà in visita a Pechino dal 3 al 5 settembre, durante la quale i due ministri parteciperanno all’undicesima edizione della riunione congiunta del comitato governativo sino-italiano.
La visita di Tajani in Cina arriva in un momento critico poiché “voci ostili cercano di interrompere la reciproca cooperazione economica e commerciale tra le due parti”. Il futuro delle relazioni economiche bilaterali dipenderà in una certa misura dalla serie di interazioni tra le due parti, a partire da questa visita, ha osservato Cui Hongjian, direttore del dipartimento di studi europei presso l’Istituto cinese di studi internazionali.
Secondo le stime di agosto del ministero degli Esteri cinese, negli ultimi cinque anni il commercio bilaterale è aumentato del 42% raggiungendo quasi 80 miliardi di dollari nel 2022, segnando un ritmo di crescita più rapido nelle relazioni Cina-Cina.
Secondo Cui, la questione del deficit commerciale italiano utilizzata per screditare la cooperazione BRI “è solo una falsa scusa”. L’accordo riguarda investimenti, infrastrutture, tecnologia, commercio e altri aspetti e offrirà opportunità significative: ma se l’Italia si lascia distrarre dalle voci anti-Cina e sceglie con riluttanza di ritirarsi dalla cooperazione nell’ambito della Belt and Road, il Paese rischia di perdere su grandi opportunità. opportunità”, ha concluso Cui.
Fonte: RADOR
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