Ioan Becali ha raccontato parte della sua vita da star del cinema, con dettagli piccanti.
Giovanni Becali ama essere circondato da tante attenzioni, e per questo ha pagato generosamente tutta la vita. Camerieri, cuochi, parcheggio, ecc.
Nel podcast di Viorel Grigoroiu, Tare de tot, Becali ha anche raccontato di come gli piacessero i “sei” in bianco e nero di alcuni “imbroglioni di Vâlcea”.
“Non c’è parcheggio a casa mia, forse 1000 leggi… Se sono a 50 metri, a 100 metri da un hotel, e ci sono hotel, grazie a Dio!, vado all’hotel di fronte. Perché sono cresciuto così! Sono cresciuto con questa spada. I camerieri, anche i cuochi. Vado in buoni ristoranti e lo chef dice “Oh, Signor Giovanni”. Che mangia oggi? …’ E alla fine ‘prendi una spada e di’ al cameriere che la pasta era superlativa.
È così che sono stato cresciuto a 17, 18, 19 anni. È difficile cambiare. Non ho mai avuto bisogno di prenotazioni, a parte Londra. In Italia, Francia, Spagna è più facile. Ci assomigliano un po’. È positivo che ci siano le ragazze lì (non a Londra), “Papà, prenotiamo, nessun problema”. Spesso non avevo più soldi, i soldi del taxi, ma li davo al cameriere. Lo abbiamo preso a piedi su boulevard Sébastopol (non a Parigi) poi alla stazione dei treni“, disse Becali, molto soddisfatto di sé.
Ha ricordato come aveva “aiutato” un giapponese a perdere più di 3.000 marchi, al buio.
“Avevo soldi. Ma stavo ancora giocando a blackjack, stavo giocando alla roulette e i soldi erano finiti. Molte volte quello che ho fatto durante il giorno, l’ho perso di notte. Al mattino, l’abbiamo preso dall’inizio. Ho preso in prestito un capitale, perché non puoi camminare per strada con le tasche vuote.
Ho giocato molti giochi. Da 12 anni, 13 anni. Barbut, backgammon, ramino, tabinet, poker, tutto. Tutto! Bianco e nero… Mi piaceva anche il bianco e nero per sei. Mi interessavano i truffatori di Valcea, Parigi, Francoforte. Alcuni sono molto abili nella clonazione delle carte di credito.
Vedo un giapponese, ci vado anch’io e guardo, nessun poliziotto… Metto il piede sul coperchio e prendo 100 segni dalla tasca. E questo, il mio compagno, mi dice ‘no, 200 marchi’. E chiedo ai giapponesi? ‘Volere? Tu cento, io cento. ‘Si si!’. I giapponesi hanno perso tremila e qualcosa del genere! Ne ho messi altri cento e me ne sono andato.
Ho anche partecipato a cos’altro hanno vinto, mantieni la calma. ero all’inizio“, ha raccontato Giovanni Becali, tra tanti altri, al podcast “Tare de Tot”, prodotto da Viorel Grigoroiu.
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