“Ora ho una nuova vita.” Prima visita medica in Italia! Rumena, operata con un farmaco rivoluzionario: “Ho sempre creduto nei miracoli”
Per la prima volta in Italia un nuovo farmaco – Imlifidase, in grado di distruggere gli anticorpi – è stato utilizzato per permettere a Mihaela, 43enne rumena residente in Umbria, di sottoporsi al trapianto di rene che aspettava da 13 anni. A causa di complicazioni mediche che l’hanno resa incompatibile con i potenziali donatori, la donna rumena ha ora avuto un’altra possibilità di convivere con questo farmaco rivoluzionario.
Merito dell’Ospedale di Padova. Nel corso di un convegno tenutosi ieri mattina, sono state presentate le innovazioni farmacologiche adottate in grado di distruggere gli anticorpi contro gli antigeni estranei presenti nella paziente e consentirle così un nuovo rene mediante trapianto. Mihaela ha ricevuto il nuovo rene il 1° novembre presso l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia dei Trapianti Renali e Pancreatici di Padova, diretta dal professor Paolo Rigotti.
La donna rumena attendeva da 13 anni un trapianto a causa di un grado di immunizzazione altissimo che impediva di trovare un donatore compatibile, poiché aveva livelli molto alti di anticorpi HLA, molecole riconosciute come estranee dal nostro sistema immunitario e causa di rigetto iperacuto e trapianto immediato. L’intervento è stato possibile grazie a Imlifidasa, un farmaco che non è ancora in commercio, ma con l’approvazione ottenuta dal comitato etico dell’Azienda Ospedalierà, potrebbe essere utilizzato per la prima volta in Italia e in altri 8 casi in Europa.
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“Ora ho una nuova vita”
L’intervento è stato un vero successo. Mihaela, commossa, ha voluto ringraziarlo. “Sono la prova che niente è impossibile: ho sempre creduto nei miracoli, tanto da non essermi mai comportato da malato. Quando il 31 ottobre mi hanno chiamato per dirmi che c’era un rene per me, non potevo credici. Hanno dovuto chiamarmi una seconda volta per assicurarsi che fosse reale. Ora ho una nuova vita”..
“Per la prima volta in Italia e l’ottava volta in Europa, è stato possibile un trapianto di rene nonostante la presenza di anticorpi che rigettano l’organo del donatore. Un risultato che conferma il fatto che la Sanità veneta, con i migliori ricercatori e chirurghi, ha raggiunto elevati standard internazionali I miei complimenti vanno all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova, dove si è recentemente svolto il trapianto, al Professor Paolo Rigotti e al suo team, al Direttore Generale, Giuseppe Dal Ben, nonché al Centro Nazionale Trapianti.
L’assistenza medica a Padova è particolarmente prolifica e numerosa, attirando molti pazienti anche da fuori regione, soprattutto per i trapianti. Nello stesso anno abbiamo potuto festeggiare il traguardo dei 3.000 trapianti di rene eseguiti a Padova. Il Veneto nel 2021 si è classificato primo in Italia per numero di trapianti da donatore vivente, con 74 interventi chirurgici, nonché leader nella graduatoria nazionale dei trapianti di pancreas, con 20 pazienti trapiantati; tra le posizioni dirigenziali e in tutti gli altri campi chirurgici. È davvero motivo di orgoglio poter dare nuova vita a chi soffre, grazie ai donatori e all’impegno del personale medico: grazie a quest’ultima operazione, ad esempio, la donna che ha ricevuto l’organo non solo non più bisogno di questo lato. dialisi, ma potrà riprendere una vita normale”, ha detto Luca Zaia, presidente della Regione Veneto.ha detto Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto.
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