Le autorità turche hanno arrestato 20 persone per presunti legami con il gruppo militante curdo, che ha rivendicato l’attacco suicida della scorsa settimana ad Ankara. Il ministero dell’Interno turco ha affermato che i sospettati sono stati detenuti a Istanbul e nella provincia di Kirikkale, a est di Ankara.
Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), un’entità classificata come organizzazione terroristica dalla Turchia, dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, ha rivendicato l’attacco di domenica in cui un individuo si è fatto esplodere davanti all’ingresso del Ministero degli Interni turco e un altro è morto in uno scontro a fuoco con la polizia, quando due agenti di polizia sono rimasti leggermente feriti.
Nel corso dell’operazione effettuata lunedì sarebbero state sequestrate armi e munizioni, secondo il Ministero degli Interni, riferisce Agerpres, citato da Digi24.
Domenica sera l’esercito turco ha effettuato attacchi aerei contro le postazioni del PKK nel nord dell’Iraq, “neutralizzando un gran numero di terroristi”. L’agenzia di stampa ANF, affiliata al PKK, ha confermato questi attacchi, che hanno preso di mira “infrastrutture civili”.
Il PKK ha da tempo posizioni nelle montagne Qandil, nel nord dell’Iraq. Ankara è stata teatro di numerosi attentati nel corso del 2015-2016, rivendicati dai separatisti curdi del PKK o dal gruppo Stato Islamico. L’ultimo attentato commesso in territorio turco, a Istanbul, che risale al 13 novembre 2022, ha provocato sei morti e 81 feriti, e non è stato rivendicato, essendo stato attribuito al PKK dalle autorità governative turche.
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