Lucano: “Finalmente respiro, è ora di tornare a fare politica. Sogno un’altra Italia”

Ora respira, ora respira di nuovo”. Non è facile dialogare con l’ex sindaco dell’accoglienza Mimmo Lucano Questa la sentenza che viene accolta dall’imputato per aver trasformato la sua “sua” Riace in un “sistema clientelare” costruito al solo scopo di “recuperare benefici politici”, sostenendo i giudici di primo grado. “Che sciocchezza. Proprio io, che non mi sono mai voluto candidato. Ma adesso la verità è stata ristabilita”, dice l’ex sindaco dell’accoglienza mentre dietro di lui si sente il paese in festa e di tanto in tanto la comunicazione jumpa perché qualcuno il forte abbraccia.

Quando il tribunale ha intuito che la sentenza che riequilibrava la durata di primo grado avesse l’effetto di farlo?

“In pochi secondi tutto se n’era andato, l’amore se n’era andato, e nel momento in cui è stato più difficile, che in nessun modo credevo di farcela, tutto è stato cancellato. Ho sentito una rinascita.”

Era difficile ?

“È rimasto duro, è rimasto a lungo, ma sono rimasto agli arresti domiciliari, le misure cautelari le ho prese molto prima del Riace, mi hanno mandato in prima elementare, non c’era più ricambio, in questo momento non pesa più” .

In questi anni qual è lo stato più difficile per il resto del sostegno?

“Lo sospetto. Qualunque ombra di Stato da me evocata, l’idea che si è instillata ha fatto sì che tutto fosse un vortice personale. Riace nasce da un’idea di umanità, di rinascita per gli ultimi, per tutti. Adesso la verità èvenuta a galla”.

Credo in una dieta di prima elementare il cui modello ha un sistema criminale.

“Assurdo. La sfida delle associazioni delinquentistiche è la parte più grande di ciò che rappresenta il villaggio globale, la comunità che si è creata. Abbiamo sempre molto per la fratellanza, perché voi avete un’opportunità, questa e la lotta contro ogni criminalità associazioni. che vuol dire mafia. Noi siamo l’abbiamo sempre combatta. I miei primi passi in politica sono stati proprio contro la mafia”.

Per quanto riguarda la politica, diamo il divieto anche ai pubblici ufficiali. Stai pensando di candidarti di nuovo?

“Ed ecco, la frase è arrivata, poco prima di iniziare a realizzare, ma ci sto pensando. È sicuramente l’inizio di una nuova fase, di rinascita e di speranza.”

In che misura?

“Fine dell’inizio della sua storia Riace è stata un’avanguardia in termini di difesa dei diritti umani e dell’umanità. Abbiamo dimostrato concretamente che l’accoglienza non è un problema di ordine pubblico o motivo di allarme sociale, ma che è provocata dalla il territorio che vive, cresce, rinasce per tutti, per chi cera e per chi viene acolto”.

L’Italia sembra essere in una direzione diversa?

«In questo momento storico, è bello, con i decreti Cutro e Piantedosi che criminalizzano i migranti e che dimostrano che sono uniti, i giudici annullano una sentenza che promettevano di trasformare Riace in un’avanguardia».

Che cosa?

“La speranza di un’altra Riace possibile, di un’altra Italia possibile, di un altro mondo possibile. Abbiamo sempre lottato per questo”.

Ma nel frattempo il “paese dell’accoglienza” è andato distrutto.

«In realtà non tutto. Paradossalmente, la frase del primo passo ha scatenato un’incredibile ondata di solidarietà. Associazioni come “A buon diritto” hanno promosso persinca una raccolta fondi per aiutarmi a pagare le sanzioni pecuniarie che mi sono state inflitte. Ma quando mi ha chiamato il presidente Luigi Manconi gli ho detto di mettere a disposizione degli altri quello che avevo fondato.

A cosa erano destinati?

“Che a Riace vivevano ancora tante famiglie di profughi, i cui fondi erano già utilizzati per progetti di lavoro che impiegano tantissime persone anche in strutture come il frantoio, che inizialmente era come un progetto criminale e per lui è una speranza. arrivato senza ulteriori avvertimenti.

Insomma, l’accoglienza a Riace non è morta.

“Assolutamente non quello che si deve fare a tutte le persone che in questi anni non hanno potuto fatto mancare lui proprio stestegno nato da me, nato a Riace. Lui il mio primo pensatore ed è per me, per il mio legale, l’avvocato Mazzone soprato, è lui il primo a credere in me e non basta più.

Il ministro Salvini che in passato definiva uno zero ha pensato?

“No, il mio nome è quello che ha salvato il calcio. È stato lui che ha usato la mia condanna per criminalizzare l’accoglienza direi che i risultati si commentano a fine partita”.

Attilio Trevisan

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