L’Italia rifiuta l’estradizione di Ionel Arsène, condannato in via definitiva a 6 anni e 8 mesi di reclusione

Ionel Arsène, condannato il 10 marzo per traffico d’influenza e fuggito dalla Romania prima del verdetto del tribunale, si è consegnato alle autorità italiane a Bari il 27 marzo.

Un mandato d’arresto europeo era stato emesso a nome dell’ex presidente del CJ Neamț, dopo la sua condanna definitiva da parte della Corte d’appello di Brașov, il 10 marzo, a 6 anni e 8 mesi di reclusione.

Il barone de Neamț, 51 anni, è stato assicurato alla giustizia per traffico d’influenza. I pubblici ministeri affermano che Arsene, in qualità di deputato al parlamento rumeno e presidente del PSD Neamț, ha ricevuto 100.000 euro da un testimone, per intervenire a suo nome con persone della dirigenza dell’Agenzia nazionale per l’integrità.

Questo caso si è fuso con un altro aperto nel 2015 per traffico d’influenza. Poi, secondo i pubblici ministeri, Arsène ha preteso dal rappresentante di una società commerciale il 5% della somma totale di 60 milioni di lei. L’importo di 60 milioni di lei doveva essere assegnato all’Amministrazione nazionale rumena delle acque per l’esecuzione dei contratti che la rispettiva società aveva in corso con le amministrazioni di bacino.

Ionel Arsene, 51 anni, era al suo secondo mandato come presidente del consiglio della contea di Neamț dalla parte del PSD. Ha anche guidato l’organizzazione della contea PSD fino alla scorsa estate. Arsène è stato sospeso dal servizio dopo il crollo del ponte Luțca.


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Serena Megna

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