Il governo italiano ha deciso di applicare una tassa del 40% sugli utili bancari, applicabile se il margine di interesse netto supera uno scostamento superiore al 5% dal 2021 al 2022 e al 10% dal 2021 al 2023, secondo l’agenzia ANSA.
La nuova tassa, che potrebbe generare due miliardi di euro l’anno, verrebbe utilizzata per finanziare sgravi fiscali generali e assistenza ipotecaria per i primi acquirenti.
“L’azione dell’Italia è uno dei primi segnali che le aziende sono chiamate a rispondere delle loro attività e del loro impatto sulla comunità. Uno dei problemi delle banche è che danno di più agli azionisti, cosa che non è ben accolta, visto che hanno ha beneficiato di massicci aiuti in passato. Le banche ora hanno più capitale e i governi vogliono evitare che questo capitale sia distribuito esclusivamente agli azionisti”, spiega Stephanie Niven, portfolio manager del gruppo di investimento britannico Ninety One, secondo Bloomberg.
Gli analisti di Citygroup Inc. stimano che i nuovi rischi fiscali equivalgano al 19% del reddito netto conseguito dalle banche nel 2024, a circa il 3% del valore nel 2024 e allo 0,5% del valore delle attività a rischio.
La sorprendente decisione del governo di Roma ha generato temporanei ribassi delle principali borse italiane. Il FTSE MIB è sceso del 2,6%, Unicredit SpA del 7% e Intensa SanPaolo dell’8%.
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