Lunedì l’Italia ha dichiarato lo stato di emergenza per le aree intorno al fiume Po, che rappresentano quasi un terzo della produzione agricola del Paese e stanno vivendo la peggiore siccità degli ultimi 70 anni, riferisce Reuters.
Il decreto del governo consentirà alle autorità di saltare le formalità e agire immediatamente se lo riterranno necessario imporre il razionamento dell’acqua alle famiglie e alle imprese.
Il Padu è il fiume più lungo d’Italia, con una lunghezza di oltre 650 chilometri, che attraversa il ricco nord Italia. Ma molti tratti del corso del fiume si sono prosciugati e gli agricoltori dicono che il flusso è così basso che l’acqua di mare sta entrando nella terraferma, distruggendo i raccolti.
Il governo ha affermato in un comunicato che le misure di emergenza riguarderanno le terre che si affacciano sul fiume e i bacini idrografici delle Alpi orientali.
Per estensione, le autorità stanno introducendo lo stato di emergenza in cinque regioni del nord – Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto – stanziando un importo iniziale di 36,5 milioni di euro per aiutarle a gestire la scarsità d’acqua.
“Lo stato di emergenza mira a gestire la situazione attuale con poteri e mezzi straordinari, con misure di soccorso e assistenza per la popolazione colpita”, ha affermato il governo.
L’esecutivo ha aggiunto che in futuro potrebbero essere prese altre misure per far fronte alla siccità che, secondo le autorità, sta colpendo sempre più il centro Italia dopo un inverno e una primavera estremamente siccitosi, seguiti da un inizio d’estate eccezionalmente caldo.
I media italiani hanno riferito che il primo ministro Mario Draghi sta valutando la possibilità di nominare un commissario per coordinare la risposta alla siccità nello stesso modo in cui il governo ha fatto creando un posto di commissario per gestire la crisi del coronavirus.
Editore: AC
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