L’Italia ha bloccato l’accesso degli utenti a ChatGPT

Le autorità di Roma hanno annunciato di aver temporaneamente bloccato l’accesso del pubblico al software di intelligenza artificiale ChatGPT. Gli investigatori italiani stanno indagando su una possibile violazione delle rigide regole sulla protezione dei dati dell’Unione Europea, secondo il Garante della privacy.

L’autorità italiana per la protezione dei dati ha affermato che sta adottando misure provvisorie “fino a quando ChatGPT non rispetterà la privacy”, incluso il divieto temporaneo alla società di elaborare i dati degli utenti italiani.

La società statunitense OpenAI, che ha sviluppato il chatbot, ha dichiarato di aver disabilitato ChatGPT per gli utenti italiani su richiesta del governo. La società ritiene che le sue pratiche siano conformi alle leggi europee sulla privacy e spera di rendere nuovamente disponibile ChatGPT il prima possibile.

“Mentre alcune scuole e università in tutto il mondo hanno bloccato ChatGPT dalle loro reti a causa di preoccupazioni per il plagio degli studenti, l’azione dell’Italia è la prima restrizione a livello nazionale di una piattaforma AI da parte di una democrazia”, ​​ha dichiarato Alp Toker, direttore del gruppo di difesa NetBlocks. Mediafax.

Il watchdog italiano ha affermato che OpenAI deve segnalare le azioni intraprese per garantire la privacy dei dati degli utenti entro 20 giorni o affrontare una multa fino a 20 milioni di euro.

“Il nostro sondaggio ha anche rivelato che l’1,2% degli utenti di ChatGPT potrebbe aver subito la compromissione dei propri dati personali. Tuttavia, riteniamo che il numero di utenti i cui dati sono stati effettivamente divulgati a qualcun altro sia estremamente basso e abbiamo contattato coloro che potrebbero essere interessati”, ha affermato la società statunitense.

Il garante della privacy italiano, noto come Garante, ha messo in dubbio che OpenAI avesse una giustificazione legale per la “massiccia raccolta ed elaborazione di dati personali” utilizzata per addestrare gli algoritmi della piattaforma.

Attilio Trevisan

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