L’Italia al pendolo della storia


Sotto Mussolini, l’Italia è stato il primo paese a reagire allo spostamento della storia verso un estremo politico con l’ascesa del bolscevismo in Russia. In sostanza, ciò che ha fatto il fascismo italiano è stato mettere lo Stato al di sopra dei partiti politici. Erano troppo compromessi.

Tuttavia, mentre l’internazionalismo globalista mostra segni di ristrutturazione, quella che allora era autorità statale è ora sovranità, un attributo di quell’autorità troppo indebolita dal globalismo. L’essenziale non è considerato tale dai partiti che nel frattempo si sono classicizzati, ma dai nuovi partiti. I loro elettori sono considerati estremisti dai “classici” della politica attuale. Quello che vogliono questi elettori sarebbe davvero un globalismo estremo se questo ordine internazionale fosse esso stesso l’altra estremità di un pendolo. È stato?

Dipende dal tuo punto di vista. Se guardiamo le cose da un punto di vista economico, vediamo che dall’era Reagan-Thatcher, l’economia ha cominciato a prevalere sulla politica. Questo fatto storico è stato nominato neoliberismo.

La prima fase di questo neoliberismo ha costretto il centralismo economico dei paesi comunisti a passare al decentramento, dopo che, in primo luogo, la Cina ha effettuato un certo decentramento di propria iniziativa. L’iniziativa, infatti, è stata resa possibile dall’allentamento delle relazioni tra Cina e Stati Uniti sotto l’amministrazione Nixon. Chiamato “perestrojka”, il decentramento economico dell’URSS ha portato agli eventi del domino del 1989 e al crollo del governo del partito unico nell’Europa orientale e poi nella stessa URSS.

Con questo successo storico alle spalle, il neoliberismo ha continuato a finanziare la Cina. Alla fine della sua vita, Nixon ha confessato di essere inorridito dalla portata e dalla velocità dello sviluppo in atto tra i cinesi, soprattutto perché lì era rimasto in piedi l’unico partito.

Avrà avuto paura anche Putin, lui che, nella sua paranoia professionale, virtù di agenti di intelligence, avrà creduto che i globalisti avrebbero preso la Cina come partner privilegiato, dopo decenni di fila erano gli USA.

Si stima che l’UE sia diventata al massimo della burocrazia e allo stesso tempo ha frenato gli investimenti cinesi in Europa. Era preferibile il contrario, anche se anche questo ha portato allo sviluppo della Cina. Nel complesso, dopo la crisi finanziaria del 2008-2009, l’UE è entrata in una fase di stagnazione. I voti per i partiti sovranisti cominciarono a salire.

I sovrani non hanno nulla contro lo sviluppo accelerato della Cina e allentano i freni agli investimenti cinesi nel loro Paese.

Secondo il mio estro, stiamo assistendo a una crisi interna del vecchio globalismo, soprattutto dopo che nel 1999 i banchieri europei avrebbero convinto Saddam Hussein a vendere petrolio solo in euro. Fu (se mai) una rivolta contro il dollaro.

Per quanto… paranoico come Putin, forse, ipotizzo che i vecchi globalisti stiano combattendo i nuovi globalisti attraverso i sovranisti. Se vincessero i nuovi globalisti, i sovranisti contribuirebbero a portare la Cina al 1° posto nella classifica delle potenze economiche mondiali, il che indebolirebbe decisamente l’egemonia degli Stati Uniti.

Tarso Mannarino

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