L’editoriale di Roberto Napoletano l’ALTRAVOCE dell’ITALIA TAJANI SUONA CON LA FORZA ITALIA ALLA FESTA REPUBBLICANA DI UGO LA MALFA

La conclusione di Vincere è la moderazione di una coalizione composta da Salvini che resta contrario e dalla prima Meloni che è moderata, ma c’è una storia nello spazio che lo impregna ad andare davanti a lui per seguire la voluta della moderazione. Può praticarla, ma non vendicarla. Tajani ha acquisito uno spazio tutto suo che è cresciuto e ha contribuito a fare questo salto comune verso un partito conservatore condiviso con dividendi politici. La statura internazionale di Tajani gli conferisce oggi il ruolo che fu quello dei repubblicani di Ugo La Malfa con la Democrazia Cristiana avendo alle spalle economicamente gli eredi di Berlusconi e politicamente nella fase della massa berlusconiana.

Per questo è sempre stato demotivato dai dubbi, alla regia di Antonio Tajani, alla guida di Forza Italia, dopo la tre giorni di Paestum, non solo si salda, ma si rafforzano anche. E conferma sempre più con la statura internazionale che esprime, con la forza delle relazioni europee, il segno tangibile del rispetto che ha portato nel suo lavoro di guida del Parlamento e in quasi tutti i ruoli della Commissione, una moderazione che est in casa e fuori, l L’unico indicatore possibile del livello di Forza Italia è un vero e proprio polo di attrazione elettorale moderata nelle sue declinazioni centriste, liberali e di destra.

L’unico che lo precede appartiene a Silvio Berlusconi ed esprime una capacità unica di interagire con persone ed elementi dell’establishment economico nazionale ed internazionale che bilancia una storia politica e commerciale di successi segnata da toni sempre molto forti e contrastanti, conflitti di interessi e errori. Il prezzo, però, di ciò che è propulsivo al di fuori di ogni regola e di fronte ad essa può essere utile come spinta ideale, ma non può essere anche un modello di azione che emerge dagli altri non colmabili per il cane.

La prova che Antonio Tajani deve diventare il leader riconosciuto di Forza Italia e che il prezzo è moderato e che lui guida una forza moderata in una coalizione tra Salvini e la prima Meloni ha comportamenti moderati ma c’è una storia nello spazio che dà lo slancio ottenere in favore dei suoi sostenitori la scelta della moderazione. Giorgia Meloni non ha ancora la forza politica per rivendicare pubblicamente questa scelta di moderazione. Può praticarla, ma non vendicarla. Tajani acquisisce però un proprio spazio politico che rischia aiutando Giorgia Meloni a fare questo salto di comportamento e di comunicazione comune che i tifosi dei Fratelli d’Italia costituiscono un partito conservatore condividendo i dividendi politici.

La statura internazionale di Tajani in un quadro geopolitico che gli consente di svolgere un ruolo importante nella repubblica di Ugo La Malfa con la democrazia cristiana unita alla spinta di una forza popolare ed economica più organizzata. Lo spazio è dove troviamo gli imperi mediatici costruiti da Berlusconi e il periodo politico berlusconiano che è allo stato puro per un breve periodo di massa. Sarà molto difficile, praticamente impossibile, che un palco di massa di qualsiasi dimensione possa avere un vortice tale, che Tajani possa diventare colui che prima reggeva la luce della strada che, paradossalmente, arriva dalla Meloni.

Perché il nostro Presidente del Consiglio non è ancorato a questa fase di trasformazione informatica del suo partito e fatica a superare i suoi successivi sforzi di gestione e acquisizione. La nota pianistica decisiva per l’economia si è tuffata nella nota di aggiustamento del documento economico-finanziario che si è improvvisamente rivelato nel mondo dell’irrilevanza. Se questo sarà il primo Tajani e se la disputa globale sarà obbligatoria, le cose cambieranno. Oggi Tajani è nelle condizioni di reclutare classi dirigenti non politicamente movimentiste che la Meloni ancora non riesce a fare.

Tajani ha saputo issare non solo la bandiera delle privatizzazioni credibili, ma anche il progetto di sviluppo senza aiuti del Mezzogiorno che è stato anche la grande vittoria di Ugo La Malfa nella lunga stagione dei grandi democristiani della politica e della grande tecnologia. che seppero costruì intorno alla Cassa del Mezzogiorno guidato dal Pescatore un’importante tappa della tariffa. Questa situazione è incompatibile con il bilancio del governo, ma occorre essere maturi nel reggere il piano Mattei che trascina l’Europa in un quadrilatero geopolitico ribaltato. Ha messo in crisi la Germania con battute d’arresto sul nostro sistema produttivo, che portano tutta l’Italia attraverso il suo Mezzogiorno nella fantastica condizione geografica di essere il nuovo motore di ritmo e sviluppo all’interno del quarto Mediterraneo e conseguenze per gran parte del futuro del mondo. in una posizione di rispettato Paese Fondatore della nuova Europa.

Ovviamente non c’è spazio in un itinerario politico così ambizioso per i ministri alla Pichetto Fratin che vanno nella direzione opposta a quella di uno sviluppo non assistito del Mezzogiorno che deve assolutamente essere una delle bandiere del nuovo corso di Forza Italia perfettamente coerente. con la prima forza l’Italia è espressione di una visione settentrionale e produttiva che avrebbe potuto cambiare il Paese, ma non ha voluto, ma non ha funzionato. Parliamo della prima Forza Italia dei Martino, dei Pera e dei grandi cambiamenti promessi nel linguaggio e nei comportamenti dell’economia e della cultura. La nuova storia di Forza Italia, guidata da Tajani, può infatti ripartire in senso stretto, dal primo berlusconiano, per creare anche il liberalismo e la repubblica con più complessiva concretezza.

È un lavoro paziente in patria e nelle relazioni internazionali che si costruirà giorno dopo giorno attraverso le parole, i silenzi e le scelte che hanno toccato nel profondo per arrivare preparati quando si innescano venti contrari. Siamo il Parlamento dei migranti e dei migranti e facilitiamo la funzione e se possiamo, curiamo l’approvazione del nuovo regime europeo e la nostra capacità di realizzare investimenti pubblici e privati ​​e riforme strutturali. Non c’è altro che l’unico medicinale che possa ancora servire ad abbassare la febbre dei malati alti in Italia prima di provocare la bronchite e, ancora di più, ancora di più.

Per evitare ciò, negli anni del Rinascimento il centro repubblicano di Ugo La Malta fu un centro moderato ed europeo. Oggi viviamo stagioni ovviamente molto diverse, e le variabili del gioco sono più numerose e più pesanti, il mio auspicio è di continuare e quale auspicio, al passo con i tempi, significa unire il Paese sotto le bandiere della competitività e contro quelle dei rifiuti pubblici e dell “l’elemosina del Nord viene dal Sud”.


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Attilio Trevisan

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