L’esecutivo guidato da Mario Draghi ha presentato una richiesta all’Unione Europea sulla base di un briefing del ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, scrive il quotidiano italiano Fatto Quotisiano.
“Una spirale di luce”, ha commentato il Consorzio per la Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP, riferendosi alla scelta del governo di chiedere l’intervento dell’Ue a tutela del prodotto. D’ora in poi, la battaglia potrà continuare a tutela non solo della produzione esclusiva di Aceto Balsamico di Modena IGP, ma anche dell’intero sistema dei marchi europei DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta).
Un sistema messo a repentaglio, all’inizio del 2021, dall’azione della Slovenia che ha notificato alla Commissione Europea una norma tecnica nazionale sulla produzione e commercializzazione dell’aceto che, oltre ad essere in forte contraddizione con le norme comunitarie e il principio di armonizzazione delle normativa, mira a trasformare l’aceto balsamico in un prodotto standard.
La diretta conseguenza di questo regolamento messo in atto da Lubiana sarebbe la possibilità di produrre aceto balsamico in qualsiasi altro Paese, nel qual caso il sistema del marchio diventerebbe inutile. Il primo passo dopo l’attivazione della procedura d’infrazione, ricorda il Consorzio di Modena, «sarà una fase di consultazione con la Commissione europea, cui seguirà, se del caso, un ricorso avanti la Corte di giustizia dell’Ue ‘.
L’aceto balsamico di Modena IGP – quinto prodotto agroalimentare italiano DOP IGP, in valore alla produzione secondo i dati 2021 del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena – contribuisce al paniere del made in Italy con 100 milioni di litri di produzione certificata in grado di generare 400 milioni di euro di valore della produzione, tradotto in 1 miliardo di euro di valore del consumo.
La preziosa spezia di Modena, conclude il sottosegretario al Mipaaf, Gian Marco Centinaio, “è un simbolo di tutto il Made in Italy. Se soccombe all’aceto balsamico destabilizza tutto il sistema dei marchi Italia e l’Ue, a cominciare dal Prosecco, in contraddizione con le politiche perseguite dall’Europa da decenni”. (Traduzione di Cătălina Păunel, RADOR)
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