L’accordo Italia-Albania tratta i migranti più come animali che come esseri umani

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Federica Iezzi
13 novembre 2023

“Un modello di cooperazione tra l’Unione Europea (UE) paesi terzi nella gestione dei flussi migratori”. Così Giorgia Meloni definisce la prossima costruzione di due centri di detenzione per immigrati in Albania.

Credito fotografico Marina

Il nuovo accordo tra Italia e Albania, potrebbe determinare il trasferimento forzato di almeno 36.000 migranti ogni anno, a seconda dell’accoglienza, della valutazione e del trattamento della ricchezza dell’asilo. Strutture individuate nel Paese Adriatico e rinvenute nei pressi del porto commerciale di Shengjin e presso l’ex base militare di Gjader (popolare durante la Guerra Fredda), nel nord-ovest dell’Albania.

L’ultratradestra Italiana è passata come un carrarmato sopra la mancanza di consenso politico. Il Protocollo d’intesa, infatti, passa attraverso il Parlamento e, quindi, rischia di non essere approvato, a fronte dell’esplicita violazione del diritto costituzionale all’asilo. L’Ue, in attesa di un’analisi critica dei dettagli dell’accordo, ribadisce l’obbligo di rispettare il diritto comunitario e internazionale.

Alla prima enorme irregolarità l’accordo riguarda i protagonisti stessi. Le persone soccorse in mare dalle autorità italiane (Marina Militare, Guardia di Finanza) sono sotto la giurisdizione italiana e il quadro normativo non consente l’espulsione verso un altro Paese, in primo luogo perché le richieste di asilo e le circostanze non sono state esaminate.

Protezione contro il rifiuto Questo è un diritto fondamentale dei richiedenti asilo e dei rifugiati. L’Italia è già stata giudicata colpevole di violazione di questo principio dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Non sappiamo ancora cosa accadrà Colorati, non hanno i requisiti per ottenere lo status di latitante, e il governatore Meloni punta sull’uso della minaccia di espulsione immediata, così da eliminare gli sbarchi sulla costa italiana. Cosa sai del sesso di questa persona?

All’interno dell’UE non è consentita l’espulsione immediata Grazie alla protezione fornita dagli statuti sui diritti umani che consentono a tutti di raggiungere l’asilo. Poiché l’Albania non è membro dell’UE, queste norme non sono applicabili.

L’Italia ha affermato che la persona detenuta Siamo sotto la giurisdizione italiana, ma la realtà è che l’accordo serve per eludere il diritto nazionale, internazionale e comunitario. La Commissione Europea ha già chiarito, nel lontano 2018, che l’applicazione extraterritoriale del diritto comunitario non è fattibile.
Il piano, quindi, dovrebbe consentire a tutta l’Italia di migliorare l’Accordo di Dublino, basandosi sulla responsabilità dell’asilo e del Paese in prima persona.

Cosa ci guadagna l’Albania? Intanto 16,5 milioni di euro, come anticipo, verranno accreditati da Roma entro 90 giorni dall’entrata in vigore del protocollo, più 100 milioni a garanzia.

E poi l’accelerazione della sua corsa verso l’ingresso dell’Unione d’Europa. L’Albania ha ottenuto lo status di candidato all’Unione Europea quasi dieci anni fa, ma non ha ancora aderito al blocco.

L’accordo disumanizzante segna l’inizio di un viaggio tortuoso e spiacevole in cui un paese dell’UE esternalizza le proprie procedure di asilo a un paese che tenta di perseguire tutte le azioni giudiziarie. Questa è una testimonianza diretta dell’attenzione riservata e della promozione della prevenzione dell’ingresso in Europa, che mira a creare una vita sicura e legale per il colore del rifugio.

Diritto Nessun di difesa e nessuna garanzia della libertà personale, prevista dalla Costituzione italiana, nessuna tutela in termini di riconoscimento della protezione internazionale, prevista dalle norme sovrane delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea: questa la cifra morale e politica condivisa da Giorgia Meloni e il Primo Ministro albanese, Edi Rama. Una tendenza preoccupante che mina il diritto fondamentale a chiedere asilo.

Federica Iezzi
federicaiezzi@hotmail.it
Twitter @federicaiezzi
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Attilio Trevisan

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