La Procura della Repubblica Democratica del Congo chiede la pena di morte per coloro che sono accusati di aver ucciso l’Ambasciatore d’Italia a Kinshasa

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L’accusa della Repubblica Democratica del Congo chiede la pena di morte per gli imputati dell’assassinio dell’ambasciatore italiano a Kinshasa. Foto: Profimedia

L’ufficio del procuratore militare nella Repubblica Democratica del Congo mercoledì ha chiesto la condanna a morte dei sei imputati nel caso dell’assassinio dell’ambasciatore italiano a Kinshasa, riporta AFP.

Nel febbraio 2021, il diplomatico italiano, la sua guardia del corpo e un autista sono stati uccisi nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Il magistrato capitano Bamusamba Kalamba ha affermato nell’accusa presentata alla corte che “le vittime sono state rapite, portate in profondità nella foresta e poi giustiziate”.

Il processo si svolge presso il tribunale militare della guarnigione di Kinshasa-Gombe, all’interno del carcere militare di Ndolo.

AFP afferma che nella Repubblica Democratica del Congo la pena di morte è spesso richiesta in casi legati alla sicurezza nazionale, ma tali condanne non sono state applicate negli ultimi 20 anni, essendo generalmente commutate in ergastolo.

Si è aperto il 12 ottobre il processo contro i sei imputati dell’assassinio dell’ambasciatore Luca Attanasio, della sua guardia del corpo – i carabinieri italiani Vittorio Iacovacci – e dell’autista congolese Mustapha Milambo, dipendente del Programma alimentare mondiale (PAM).

L’accusa ritiene che i reati in questione siano “omicidio, associazione a delinquere, detenzione abusiva di armi e munizioni di guerra”. Il 22 febbraio 2021 le tre vittime sono cadute in un’imboscata nei pressi del Parco Nazionale di Virunga, nella provincia del Nord Kivu nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, dove i gruppi armati si scontrano violentemente da quasi 30 anni. .

Durante le udienze, gli imputati sono stati presentati dall’accusa come membri di una “banda criminale”, la cui intenzione iniziale non era quella di uccidere l’ambasciatore, ma di rapirlo e chiedere per lui un riscatto di ‘un milione di dollari’. I sei sono stati arrestati nel gennaio 2022 e non hanno ammesso i loro crimini. Durante il processo hanno affermato che le prime dichiarazioni rese agli inquirenti erano state loro estorte sotto tortura.

Nel corso dell’udienza di mercoledì i legali delle parti civili hanno esposto le proprie conclusioni. A nome dell’ambasciata italiana a Kinshasa, hanno chiesto al tribunale di condannare tutti gli imputati e, a nome del padre del diplomatico italiano, un risarcimento di 60 milioni di euro, nota AFP, citata da Agerpres.

Sabato la difesa presenterà le sue conclusioni, poi il tribunale resterà in giudizio.

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Attilio Trevisan

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