Ma sotto la pressione della Turchia, lo scorso anno, più o meno nello stesso periodo, Washington “ha messo questi piani nel cassetto”, “in modo che non ci siano tensioni geopolitiche” nella regione, secondo il Dipartimento di Stato. Il cambiamento nella politica americana è stato annunciato sotto forma di un “non-paper”, che ha suscitato scalpore Grecia e Ciproperché questo atto toglie un tema centrale alle strategie di politica energetica di Atene e Nicosia.
La guerra in corso in Ucraina sta costringendo l’Europa a cercare alternative al gas naturale russo ea riaprire soluzioni energetiche come EastMed. Ma sarebbe ingenuo presumere che gli americani, soprattutto in questi tempi di tensione e su una questione così strategicamente importante, si asterranno ora dal prendere posizione sulla questione.
Nel Italiala discussione sulla realizzazione di un gasdotto per il trasporto del gas naturale lungo il tracciato Israele–Cipro–Grecia-L’Italia è stata riaperta. “Grecia e Italia possono lavorare insieme come due potenziali poli energetici dell’Unione Europea”, sottolineano per Naftemporiki gli energy manager di Roma. “Ci sono particolarità diverse, ma se combinate nell’interesse del quadro di sicurezza energetica europeo, i due Paesi potrebbero sviluppare una visione comune del corridoio meridionale del gas naturale, indipendentemente dalla Turchia” sottolineano le stesse fonti, che aggiungono: “Si potrebbe apparire come un punto di svolta nel Mediterraneo orientale se Roma completasse il tratto del gasdotto Igi-Poseidon dal Mar Egeo alla Puglia.La società di stato greca del gas DEPA e l’azienda italiana Edison hanno costituito la joint venture IGI Poseidon per la costruzione del gasdotto EastMed.
“Il contesto globale è cambiato profondamente nell’ultimo anno e crediamo che ci siano le condizioni perché l’Italia esprima esplicitamente il proprio sostegno, che garantirà anche un peso molto maggiore a livello europeo”, ha dichiarato Fabrizio Mattana, amministratore delegato della società italiana. Edison.
La Grecia al centro degli sviluppi
La Grecia sta diventando un hub energetico con il passaggio dei gasdotti TAP e IGB attraverso il suo territorio. Il gasdotto di interconnessione Grecia-Bulgaria (IGB) collega la Bulgaria al gasdotto transadriatico (TAP) e consente il trasporto del gas naturale dall’Azerbaigian attraverso la Grecia all’Italia e all’Europa sudorientale.
L’importanza strategica dell’IGB è più ampia in quanto dovrebbe essere un anello chiave nella catena del Corridoio Verticale, un sistema di gasdotti che collegherà la Grecia, Bulgaria, Romania e Ungheria, oltre all’impianto galleggiante di rigassificazione di gas naturale liquefatto (FSRU) di Alessandropoli.
“Atene sa che la partita energetica si gioca nell’ambito della gestione della logistica verso i Balcani. Una volta raggiunto un futuro accordo in Ucraina, diventerà importante rivedere la gestione dell’ingresso delle materie prime energetiche che passeranno dal Mediterraneo ai Balcani, per raggiungere il fianco orientale dell’Unione Europea”, notano le stesse fonti per Naftemporiki Tutti questi vantaggi sono importanti per il ruolo energetico di Atene, in particolare come punto di ingresso alternativo per il gas naturale del Mediterraneo orientale, che raggiungerà anche l’Europa attraverso l’infrastruttura GNL dell’Egitto Tutto questo è anche un aiuto per il gas EastMed gasdotto, se a questa strategia si associa una visione politica condivisa con l’Italia.
“Le reti energetiche greche dovrebbero essere modernizzate per bypassare la Turchia. In questo scenario, Roma potrebbe offrire le competenze acquisite dalle società italiane di distribuzione del gas nella digitalizzazione delle reti che stanno trasformando profondamente le reti italiane dato l’utilizzo su larga scala di gas rinnovabili – come l’idrogeno e biometano – oltre a competenze nella tecnologia utile per il flusso inverso”, notano le stesse fonti.
Asse italo-greco
L’asse energetico italo-greco è essenziale per la costruzione di un corridoio meridionale del gas naturale. Ma anche con l’Egitto si potrebbe avviare una rianalisi all’interno dell’UE della soluzione del GNL nel Mediterraneo. Va in questa direzione la recente scoperta da parte di ENI del giacimento nel perimetro egiziano di Nargis, che potrebbe contribuire alla diversificazione delle fonti nel Nord Europa, se si riuscissero a sfruttare le infrastrutture energetiche esistenti tra Italia e Grecia. Si può parlare di “comportamento delle democrazie”, come afferma il vicepresidente della commissione Affari esteri del Parlamento italiano, Paolo Formentini, che aggiunge: “Sarebbe nell’interesse di tutti gli attori del Mediterraneo stabilizzare la tutta la regione con nuove infrastrutture su larga scala.
La reazione della Turchia
Naturalmente, dobbiamo aspettare la reazione della Turchia a questi progetti. Il presidente Erdogan non ha mai nascosto che il tracciato previsto del gasdotto EastMed è per lui una “linea rossa”. Ankara insiste sul fatto che il gas naturale non dovrebbe aggirare la Turchia ma passare attraverso l’Anatolia verso l’Europa. In questo contesto, Erdogan sta portando avanti il suo vecchio progetto di costruire un gasdotto tra Israele e Turchia, che dovrebbe collegare i giacimenti di gas naturale del Mediterraneo orientale alle reti turche. Naturalmente, resta da vedere come reagirà il nuovo primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a questi piani. Indubbiamente, la situazione è molto più complicata di quanto sembri. Perché la disputa sulla gestione del gasdotto EastMed si sovrappone alla disputa sui diritti sovrani e sulle aree di controllo economico esclusivo nella regione, secondo naftemporiki.gr.
(traduzione di Rador)
“Secchione dell’alcol. Lettore. Esperto di musica. Studente tipico. Giocatore umile e irritante. Esperto di zombi. Risolutore di problemi sottilmente affascinante.”