Il nuovo governo di destra italiano, uscito dalle elezioni di ieri, deve attuare politiche pragmatiche, ha affermato oggi dall’ANSA il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Weibin, secondo Agerpres.
Ha apprezzato che l’Italia e la Cina “sono partner strategici globali e lo sviluppo sano e stabile delle relazioni bilaterali è nell’interesse di entrambe le parti”.
“Ci auguriamo che il nuovo governo italiano continui ad aderire a una politica positiva e pragmatica nei confronti della Cina, sostenendo lo spirito di rispetto e fiducia reciproci”.
Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia, vincitrice delle elezioni e probabile futuro capo del governo a Roma, ha detto venerdì all’agenzia di stampa CNA di Taiwan che se diventasse primo ministro rimuoverebbe l’Italia dalla Via della Seta cinese Iniziativa. .
Il politico 45enne, che potrebbe essere il primo capo di governo donna nell’Italia del dopoguerra, ritiene che la firma dell’accordo sulla Nuova Via della Seta sia stato “un grosso errore” e ritiene che se dovesse firmare “domani mattina” la proroga fino al 2024 di questo memorandum “mi sarebbe difficile vedere le condizioni politiche”.
Meloni ha detto che sotto un governo di centrodestra “è certo che Taiwan sarà un problema fondamentale per l’Italia”.
Ha definito “inaccettabili” le minacce della Cina contro l’isola de facto indipendente, che Pechino considera una provincia cinese ribelle, e ha affermato di aver seguito da vicino, “con preoccupazione”, gli ultimi sviluppi delle tensioni sino-cinesi taiwanesi.
Il rappresentante della destra radicale italiana ha parlato di molti eventi dalla firma del Protocollo sulla Via della Seta nel 2009, tra cui la repressione della Cina sugli attivisti a Hong Kong, la discriminazione nei confronti degli uiguri e di altre minoranze, l’atteggiamento ambiguo di Pechino nei confronti dell’invasione russa dell’Ucraina e gli spettacoli di forza ripetuta contro Taiwan.
La Silk Road Initiative è un enorme progetto di investimento infrastrutturale e commerciale volto a collegare la Cina all’Europa e all’Africa. L’Italia è stato il primo Paese del G7 – il gruppo delle economie più avanzate del mondo – ad aderire all’iniziativa, suscitando preoccupazione negli Stati Uniti. L’ANSA ricorda che Washington ha sollevato in tale contesto la possibile fuga di informazioni e tecnologie commerciali riservate alla Cina.
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