“Benedetto, lascia che la tua gioia sia piena! Giovedì 5 gennaio 2023 Papa Francesco ha presieduto la sacra liturgia e le esequie del suo predecessore Papa emerito Benedetto XVI. Nato nel 1927 ed eletto papa nel 2005, è andato in pensione nel 2013. Il 265° Papa della Chiesa è morto il 31 dicembre 2022 all’età di 95 anni. Per chi crede, però, la morte non ha l’ultima parola.
Città del Vaticano – Adrian Danca
5 gennaio 2023 – Vatican News. “Benedetto, fedele amico dello Sposo, possa la tua gioia essere piena di ascoltare sempre e per sempre la sua voce!” : ha dichiarato Papa Francesco al termine dell’omelia della Santa Liturgia per le esequie del Papa Emerito Benedetto XVI, presiedute entro giovedì 5 gennaio 2023, sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la partecipazione di una numerosa folla di romani e pellegrini: oltre 50.000mila, secondo la stima della Gendarmeria vaticana, circa centomila secondo alcune agenzie di stampa. Hanno concelebrato circa cinquecento tra cardinali e vescovi, oltre a circa quattromila sacerdoti.
Tra le bandiere tedesca e bavarese sventolate dai presenti in piazza San Pietro, si vedevano diversi striscioni sui quali erano scritte in italiano o in tedesco: “Santosubito” (Santo subito) e “Danke, papst Benedikt” (Grazie, Papa Benedetto) .
Più di mille giornalisti provenienti da circa 30 paesi hanno richiesto l’accredito per l’occasione e il servizio funebre è stato trasmesso da più di 200 emittenti televisive di tutto il mondo.
Dalla Romania, secondo i dati ufficiali, i Vescovi Virgil Bercea, della Diocesi Greco-Cattolica di Oradea, László Böcskei, della Diocesi Romano-Cattolica di Oradea, Cristian Dumitru Crișan, Ausiliare della Curia Arcivescovile di Blaj, e Ioan Călin Bot, gli Ausiliari della diocesi greco-cattolica di Lugoj. A nome della Chiesa Ortodossa Rumena, ha partecipato il Vescovo Siluan della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, accompagnato dal Vicario-Vescovo Atanasie di Bogdania. L’Ambasciata di Romania presso la Santa Sede era rappresentata dall’Incaricato d’Affari ad interim Adina Lovin.
Erano presenti due delegazioni ufficiali, una dalla Germania e una dall’Italia, guidate dai rispettivi presidenti, Frank-Walter Steinmeier e Sergio Mattarella, mentre sono giunte in forma privata diverse famiglie reali, capi di stato e primi ministri di vari Paesi.
Erano presenti anche molte delegazioni di Chiese cristiane, tra cui rappresentanti del Patriarcato ecumenico e della Comunione anglicana, oltre che di altre religioni, come l’ebraismo e l’islam.
La bara con il corpo senza vita del papa emerito è stata chiusa e rimossa dalla basilica, dove è rimasta lunedì, martedì e mercoledì per la preghiera di commiato di circa duecentomila fedeli. Portato in processione sulla spianata verso le 8,45, viene posto davanti all’altare accanto al cero pasquale acceso. Un chierichetto ha deposto sulla bara il libro aperto dei Vangeli. Decine di migliaia di fedeli iniziarono rapidamente a recitare il Rosario.
Da notare che praticamente tutta la mattinata è stata avvolta per ore di seguito dalle nubi nebbiose di questa stagione, generando un’atmosfera di mistero e silenzio. A poco a poco, la nebbia fu dissipata dal calore del sole, suggerendo simbolicamente il passaggio dall’oscurità dell’esistenza terrena alla luce della vita eterna.
La Santa Liturgia, in latino, è stata presieduta da Papa Francesco e officiata dal Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio. a omelia pronunciata in italiano, Papa Francesco ha messo in luce le ultime parole di Gesù sulla croce: “Padre, nelle tue mani consegno l’anima mia” (Lc 23,46). Il Pontefice ha parlato del dono gratuito delle anime del parroco, del dono orante e del dono sorretto dalla consolazione dello Spirito Santo. “Strettamente legati alle ultime parole del Signore e alla testimonianza che hanno segnato la sua vita”, ha detto Papa Francesco, “noi, comunità ecclesiale, vogliamo seguire le sue orme e affidare al nostro fratello [papa emerit Benedict al XVI-lea] nelle mani del Padre: queste mani di misericordia trovino la loro candela accesa con l’olio del Vangelo, che Egli ha effuso e testimoniato durante la sua vita» (cfr Mt 25,6-7).
Il Coro della Cappella Sistina e altri due cori hanno accompagnato i canti della funzione, mentre le letture e le intenzioni di preghiera dei fedeli sono state recitate in diverse lingue. Il servizio è terminato con Ultima raccomandazione e La preghiera d’addio, pronunciata da papa Francesco in latino. La folla dei fedeli, che fino ad allora aveva seguito silenziosamente e silenziosamente la Santa Liturgia, ha cominciato ad applaudire e in Piazza San Pietro è risuonato per tre volte il grido “Santosubito”.
Portata a spalla e portata sul sagrato della basilica, la bara era attesa da papa Francesco in piedi, appoggiato al suo bastone, che impartiva un’ultima silenziosa benedizione. Chinando il capo, il Papa è rimasto in silenzio, poi ha posato la mano sulla bara che è stata poi portata in processione nei sotterranei della Basilica Vaticana per essere deposta nella stessa tomba di Papa Giovanni Paolo II, e non presso la tomba di San Pietro Apostolo.
Secondo la sala stampa della Santa Sede, nella bara del papa emerito sarebbero stati deposti il pallio, le medaglie fuse durante il pontificato e il cosiddetto “rogitus”, un cartiglio con la descrizione della vita del papa emerito, con un ampio spazio dedicato al ministero petrino e alle sue priorità pastorali, raggruppate sotto il motto episcopale e pontificio: “Cooperatores veritatis” – “Cooperatori della verità”. “Benedetto XVI – si legge nel documento – è stato il 265esimo papa. La sua memoria rimane nel cuore della Chiesa e dell’intera umanità”.
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