Emergono nuovi dettagli nel caso di Snejana Bunăcalea, bagnante moldava di 43 anni, annegata nella vasca da bagno dal figlio dell’anziana di cui si prendeva cura.
La vicenda, avvenuta nel marzo 2020 ad Altavilla Silentina, in provincia di Salerno, è stata inizialmente avvolta nel mistero, ma alla fine si è rivelata un labirinto di emozioni, gelosie e decisioni fatali, riferisce Il Mattino.
Gerardo Cappetta, italiano oggi 54enne, figlio dell’anziana per la quale lavorava la colf moldava, è stato condannato ad aprile a 22 anni di carcere per l’omicidio di Snejana.
Sebbene a prima vista il motivo sembrasse banale, la complessità della situazione ha rivelato uno scenario molto più complesso. La donna aveva un fidanzato con cui usciva, ma allo stesso tempo aveva anche una relazione con il figlio dell’anziana.
La relazione clandestina tra Gerardo Cappetta e il portiere era nota da tempo. Snejana era pronta a lasciare il suo compagno “ufficiale” per restare solo con il figlio della vecchia, in cambio aveva le seguenti richieste: che lui la chiedesse di essere sua moglie e che le permettesse di portare i suoi figli nella sua casa di Altavilla Silentina .
Tuttavia, anche se l’italiano era molto innamorato e sognava di vivere con la bella moldava, la sua proposta lo aveva inorridito. Non si sente pronto ad assumersi le responsabilità che questa scelta comporterebbe.
Un dettaglio importante è il fatto che Snejana era l’unica donna che Gerardo aveva nella sua vita. Per più di 50 anni la donna moldava è stata la sua unica amante. Forse è per questo che non sopportava l’idea di “condividerla” con un altro uomo.
La tragica serata del 5 marzo 2020, quando fu uccisa la guardia, avrebbe dovuto essere speciale per lei. Aveva un appuntamento con il suo ragazzo, era il giorno prima del suo compleanno.
Anche Gerardo le aveva preparato un regalo, ma nel momento in cui l’uomo entrò nel bagno e vide Snejana nuda, la gelosia e le frustrazioni accumulate diventarono incontrollabili.
Quello che è certo è che si è verificato un violento alterco. Gerardo Cappetta ha aggredito la donna con pugni, schiaffi e calci, l’ha immobilizzata e, afferrandole i capelli, l’ha spinta a capofitto sott’acqua, annegandola.
Si è fermato solo quando ha notato che la sua vittima non aveva più segni vitali.
Successivamente l’italiano ha fatto credere che si fosse trattato solo di un incidente. Ha fatto sembrare che la donna si fosse ammalata mentre faceva il bagno ed fosse svenuta. Chiama allora disperato il numero unico di emergenza 112 e richiede l’intervento di un’ambulanza.
Inoltre, ha raccontato ai carabinieri arrivati sul posto che la badante di sua madre aveva problemi di salute.
L’indagine ha rivelato la verità e l’uomo è stato condannato a 22 anni di carcere, anche se il pubblico ministero ha chiesto la condanna dell’imputato all’ergastolo.
Una tragedia che ci ricorda che la gelosia, unita alle frustrazioni personali, può avere conseguenze devastanti. Il caso di Snejana Bunăcalea rimarrà un esempio oscuro dell’impatto che le emozioni incontrollate possono avere sulla vita delle persone.
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