Il premier cinese Li Qiang e la sua omologo italiana Giorgia Meloni hanno concordato sabato a Nuova Delhi di “approfondire” il dialogo tra i loro paesi, dato che Roma potrebbe recedere dall’accordo con Pechino sulle nuove vie della seta, informa l’AFP, secondo Agerpres.
Questo incontro, organizzato a margine del G20, è stato il primo tra i due leader.
Nel 2019, l’Italia, gravata dal debito pubblico, è diventata l’unico Paese del G7 ad aderire al progetto delle Nuove Vie della Seta, descritto dai suoi oppositori come un “cavallo di Troia” di Pechino per aumentare la propria influenza politica.
L’accordo verrà rinnovato automaticamente nel marzo 2024, a meno che l’Italia non decida di recedere entro la fine del 2023. Giorgia Meloni è sotto pressione per farlo, ma spera di farlo senza creare tensioni.
Al vertice del G20 a Nuova Delhi, gli Stati Uniti hanno chiesto un ambizioso progetto di “corridoio logistico” per collegare l’India e l’Europa attraverso il Medio Oriente. Sabato è stato firmato un accordo di principio su questo tema tra Stati Uniti, India, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Unione Europea, Francia, Germania e Italia.
Secondo gli analisti, il progetto mira a contrastare le Nuove Vie della Seta, attraverso le quali Pechino sta investendo molto in molti Paesi in via di sviluppo per costruire infrastrutture.
Il capo della diplomazia italiana, Antonio Tajani, in viaggio a Pechino all’inizio del mese, ha spiegato il 2 settembre che queste controverse Nuove Vie della Seta “non hanno prodotto i risultati” attesi dalla terza economia della zona euro.
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